Bombardamenti su Frosinone, l’11 settembre che cambiò tutto - itFrosinone

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MEMORIA STORIA

Bombardamenti su Frosinone, l’11 settembre che cambiò tutto

Bombardamenti su Frosinone - Archivio Di Stato Frosinone e superstiti

Bombardamenti su Frosinone, quante volte abbiamo sentito parlarne e guardando le foto abbiamo provato tristezza, ma non credo che si possa davvero avere la percezione della tragedia che cambiò per sempre la fisionomia di una piccola cittadina ciociara. Ricordiamoli oggi, tutti, nel giorno in cui si commemorano i defunti.

Bombardamenti su Frosinone

Frosinone prima di quei fatidici giorni di bombardamenti era piccola, graziosa. Conservava architetture antiche e una tranquillità che nonostante la guerra, resisteva tra le difficoltà dell’epoca. L’armistizio dell’8 settembre però, per Frosinone avrebbe avuto una ricaduta drammatica, ma nessuno da queste parti avrebbe potuto prevederlo. Fino ad allora la seconda guerra mondiale era scivolata tra i vicoli e gli anfratti, senza spargimenti di sangue.

Bombardamenti su Frosinone  - Bambini durante la guerra

Ore di tregenda scorrevano per la penisola, ma Frosinone ascoltava gli echi, abituata ad una vita parca. Non c’erano state cruente battaglie e gli inizi di settembre per Frosinone, erano la vendemmia, le ultime more selvatiche e delle giornate di sole che dovevano sembrare sprazzi di normalità. Probabilmente, molti erano convinti che da queste parti un attacco aereo non ci sarebbe mai stato, forse lo speravano, sull’onda corale delle novene e delle preghiere. Eppure l’8 settembre del ’43 arriva davvero la svolta, per una piccola comunità ignara, inerme e pacifica.

Campanile di Frosinone

L’Italia firma l’armistizio e i tedeschi occupano militarmente la città. Del resto gli ex alleati, che usavano già l’aeroporto militare, erano fisicamente un po’ lontani, laggiù nelle campagne, tra i pascoli che i cittadini frequentavano ben poco. Con loro i rapporti non erano mai stati drammatici. Dunque da quel momento occupano la prefettura, gli alberghi Bellavista e Garibaldi e l’atmosfera si fa più pesante.

Bombardamenti su Frosinone - aereo caccia

Cassino sembra lontanissima, così come la linea Gustav, che la maggior parte della gente semplice non sa bene cosa sia; ma è invalicabile, bloccando l’avanzata degli alleati, ed è come se ciò abbia allungato un’agonia tremenda per la povera gente. Poi all’improvviso scende la notte, che sembra scura e nera, ma solo per poco. Sono le 22.00 dell’11 settembre, quando i bombardieri si palesano con centinaia di bombe nella pancia. Sono così tante che qualcuna è stata trovata e rimossa solo pochi anni fa.

Bombardamenti su Frosinone dell’11 settembre ‘43

Il terrore e la paura devono aver avviluppato la gente quando la sirena dal campanile ha iniziato a sibilare sinistra. E’ lui sentinella e baluardo resta inamovibile. Mentre lentamente la città crolla, lui resta indomito, ferito da una voragine, ma non cade. Poi nel tempo Frosinone gli è stata riconoscente, ergendolo a simbolo della città intera.

Montagne - Aereo Bombaridere

Da quella notte, per giorni la città è illuminata a giorno da centinaia di razzi che creano una luce innaturale e l’atmosfera è raggelante, lattiginosa. La piccola città bella e innocente e le campagne subito a ridosso sono illuminate come nessuno aveva visto mai. Intanto i pochi rifugi allestiti alla bell’è meglio traboccano come mosto dai tini. Tanti sono ammassati nei tunnel di Sant’Antonio, dell’Alberata e anche sotto l’ufficio del Genio civile di Via Garibaldi. Si sgretolano palazzi, edifici storici e muoiono circa cento persone.

Rifugi antiaerei

Ci sono feriti per strada, gente amputata, persone sventrate e il senso di smarrimento avvolge ogni cosa. Molti sono sfollati verso Torrice e chi è rimasto in città, tenta di rifugiarsi in luoghi di fortuna. Oltre l’80% degli edifici finisce in macerie, mentre questa comunità pacifica cerca di nascondersi. Gente che si abbraccia, che trema, che prega e che si dispera. A sganciare le bombe sono stati gli aerei della R.A.F., l’aviazione inglese, che colpiscono anche l’aeroporto dove ci sono gli aerei parcheggiati sulla pista.

foto d'epoca - Chiesa Di Santa Lucia dopo il bombardamento

Poi il giorno dopo, verso mezzogiorno, le bombe cadono da bombardieri americani quadrimotori B l7. Uscendo dai rifugi, tutto attorno solo fumo, piccoli incendi, lingue di fuoco e tanta disperazione. La gente che si ammassa nei rifugi e che accende dei fuochi per cucinare, è immersa in condizioni igieniche al limite della sopportazione in un’atmosfera irrespirabile.

Bellator Frusino

Ad aggravare il disagio sopraggiunge la sospensione per tre giorni l’erogazione dell’acqua e anche dell’energia elettrica. Frosinone è isolata, distrutta e disperata. Una volta che la polvere si deposita, lo scenario si staglia spettrale, davanti a testimoni, muti, attoniti e piegati dall’impotenza. Si cercano punti di riferimento, si contano i morti, tanti, troppi. Non scriverò il numero esatto, perché il nostro sangue è qualcosa di più di un freddo numero.

Chiesa di Santa Lucia - Frosinone '43 e foto

Non era ancora abbastanza perché l’anno dopo le “marocchinate” oltraggeranno 60.000 civili, tra donne, uomini e bambini violentati e uccisi. Frosinone risulterà il capoluogo di provincia più distrutto d’Italia. Eppure lentamente, male in arnese, sfregiata dalla guerra e da una ricostruzione disomogenea e complicata, torna a vivere. Nel cuore una preghiera sotto il campanile per chi non ce l’ha fatta. Le campane rintoccheranno per sempre, per il coraggio mai domo di “Bellator Frusino”, mai doma, sempre adamantina.

Fonte foto – Facebook/archivio di stato Frosinone

© Riproduzione riservata

Bombardamenti su Frosinone, l’11 settembre che cambiò tutto ultima modifica: 2022-11-02T07:00:00+01:00 da simona aiuti

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