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Bona Dea il culto romano riservato alle sole donne, che si recavano da tutto il Lazio

Bona dea - Donne In Festa A Roma per i riti

Bona Dea, un culto che sopravvive in molte tradizioni. Era l’unico riservato esclusivamente alle donne e per esercitarlo, esisteva un tempio sull’Aventino e la divinità si identificava con la moglie di Fauno e il suo mito. L’antico santuario della Bona Dea era il più importante santuario della regione Lazio.

Bona Dea

Citato  da Cicerone, il tempio era nell’area nord orientale del colle, prospiciente a sud con il Circo Massimo. Era sotto la potente roccia del Colle Aventino; da cui si suppone che Remo abbia tratto i suoi auspici fondare di Roma. Le donne venivano da tutta la regione per onorare la Dea Bona. Il tempio era un centro di guarigioni. C’erano dei serpenti che si muovevano intoccati e innocui per il tempio; in cui era anche custodito un magazzino d’erbe medicinali.

Bona dea - Statuetta Votiva di bona dea
statuetta votiva di Bona dea

La festa della Bona Dea era quindi collegata alla salute e alla fecondità, ma il cui nome non poteva essere pronunciato. Il culto era misterico, cioè con rituali assolutamente segreti, riservato alle sole adepte nei riti iniziatici e a tutte le donne in quelli estesi ma sempre privati e proibiti agli uomini. Sembra che la Dea avesse anche un tempio minore in Trastevere.

Culto romano della Bona Dea

Per altro anche uno sulla Via Appia. E qui in un Bosco sacro le donne e le ragazze celebravano ogni anno i misteri della Bona Dea nei primi di dicembre. Fondato dalla vestale Claudia e  restaurato da Livia, moglie di Augusto, aveva una grande e potentissima sacralità. La celebrazione avveniva presso la casa del pontefice massimo nella notte tra il 3 e il 4 dicembre nella casa del magistrato in carica. Qui si riceveva un sacrificio e una libagione dalla moglie del magistrato, dalle matrone e dalle Vestali.

Bona dea - Donne Dopo La Vendemmia che festeggiano Bona Dea

Qual giorno dalle case dovevano uscire tutti gli esseri di sesso maschile, compresi gli uomini. Le raffigurazioni maschili si coprivano con un drappo. Il culto della Bona Dea, molto sentita nel Lazio è resistito, tramandato per via di racconti di autori antichi. Si narra che la moglie di Fauno, molto abile in tutte le arti domestiche si definiva molto pudica.

Clodio Pulcro

Lo era al punto di non uscire dalla propria camera e di non vedere altro uomo che suo marito. Un giorno però trovò una brocca di vino, la bevve e si ubriacò. Suo marito la castigò a tal punto con verghe di mirto che fu uccisa e questo spiega l’esclusione del mirto dal suo tempio. Da questo culto si nota una continuità con la cristianità nell’iconografia della madonna col bambino. Ella prende il posto della grande madre generatrice e protettrice.

Bona dea - Donne E Matrone romane

L’anniversario della dedicatio del tempio di Bona Dea si celebrava il primo maggio di ogni anno; una festa così popolare che fu detta Calendimaggio e che il cristianesimo, dovette sostituire con la festa della Madonna alla stessa data. Infatti, anticamente si festeggiava quel giorno, il fiorire della primavera iniziata nell’equinozio, che segnava l’inizio dell’anno. I riti del culto avvenivano in luoghi chiusi entro un recinto.

Albero di mirto

Qui oltre all’ara per sacrifici vi erano anche portici ed edifici con suppellettili e tavole su cui si ponevano cibi e bevande. In questi luoghi era bandito il mirto, che era stato usato per la fustigazione. Anche il vino era vietato perché con quello Fauno l’aveva ubriacata. Il mirto, già sacro a Venere, presuppone una qualche connotazione sessuale o orgiastica. Il vino che si adoperava era chiamato latte e si sacrificava una scrofa incinta. Ma i romani si sa, sono ancora buontemponi. Al riguardo, pare che nel 62 a.C. Publio Clodio Pulcro si travestì da donna, partecipando segretamente al culto che si celebrava nella casa di Giulio Cesare. Tanta era la curiosità e l’irriverenza, che però era mal tollerata da parte dei religiosi. A quanto apre, questa profanazione fece scattare una grave crisi politica data la valenza sociale del culto, definito pro populo, per la salute di tutta Roma.

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Bona Dea il culto romano riservato alle sole donne, che si recavano da tutto il Lazio ultima modifica: 2023-01-11T07:00:00+01:00 da simona aiuti

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