CulturaIdentità, ribelle, controcorrente, non allineata, fuori dalla globalizzazione, al di là del politicamente corretto; con l’eccentricità del voler essere semplicemente “italiani a tutto tondo”. Dunque Frosinone, rappresentata dal sindaco Riccardo Mastrangeli, aderisce a #CulturaIdentità e lo fa con buona parte della Ciociaria presente. Molti i sindaci che hanno aderito, direi, abbracciato l’essere fieri di una identità comune.
CulturaIdentità
Presenti anche il sindaco di Pontecorvo, Ceccano, Patrica, Fiuggi, Piedimonte San Germano. Non è importante quanto sia grande un paese, o un borgo, ma è significativo che ci sia la voglia di preservare e tramandare un patrimonio identitario plurimillenario.
Orbene, venerdì 2 settembre, si è svolta a Palazzo Munari di Frosinone, nel “salotto buono” di rappresentanza delle istituzioni locali; una delle conferenze/ incontri/confronti tra soci, stampa e ospiti, di Cultura&Identità. Già, l’identità che dà senso d’appartenenza, un moto d’orgoglio per una Nazione che non è seconda a nessuno, con circa l’80% del patrimonio artistico mondiale. Siamo il “Genio italico” e dobbiamo riscoprire quelle lastre di marmo sepolte, su cui è incisa la nostra storia più autentica. Presente anche Antonio Abate, responsabile Regionale dell’associazione, che in questi anni molto si è speso per un futuro che è figlio di un passato glorioso.
Città identitarie
I sindaci erano presenti con i loro stendardi, poiché dietro un gonfalone, trapunto sovente con filo dorato, portato in alto con orgoglio, c’è un mondo intero. Dietro uno stendardo ci sono lotte, battaglie, guerre che hanno raso al suolo territori, ma anche rinascita, lavoro e ricostruzione, insomma, sacrificio e sudore di molte generazioni. Raccontare le tradizioni di migliaia di borghi e piccole città è accettazione, condivisione e fratellanza.
CulturaIdentità nasce quattro anni fa, traghettando attraverso il tempo, con i festival itineranti nei vari paesi e borghi, raccontando ciò che nessuno voleva raccontare più. Si sta dunque lentamente mettendo in piedi una rete coesa di persone che si riscoprono parte di qualcosa. Al riguardo, con un rinnovato entusiasmo, si chiede alle istituzioni e finanche al prossimo governo che nascerà; di valorizzare ancora di più il patrimonio socio culturale italico, poiché la cultura non deve avere un solo colore politico.
Futurismo e culturaIdentità
Ne ha già tre, che compongono il tricolore e identificandola come una fanciulla, potrebbe vestirsi solo d’azzurro come il cielo d’Italia. Colore che del resto, presente nello stemma reale di casa Savoia, fu estrapolato molto tempo fa, per rappresentare gli atleti italiani all’estero. Presente all’incontro in Palazzo Munari anche Francesca Barbi Marinetti, nipote di Filippo Tommaso Marinetti. Figlia di Luce Marinetti (terzogenita di Marinetti); e critica d’arte e curatrice di mostre.
Ricordiamo che proprio Luce Marinetti, fece un grande lavoro per rilanciare con fervido impegno il movimento futurista nel mondo. Empatica e dall’intelligenza acuta e adamantina, tenne alto l’orgoglio per l’eredità culturale di Marinetti, diffondendola con fierezza. Grazie a lei il Futurismo è “arrivato” negli Stati Uniti.ci ha parlato del rapporto con i fratelli Bragaglia. I frusinati e pionieri del Cinema e del futurismo. Francesca Barbi Marinetti ci ha parlato proprio del Futurismo legato ai fratelli Bragaglia.
Fratelli Bragaglia
Tra i più illustri dei nostri concittadini, pionieri nel Futurismo come nel Cinema, hanno lasciato una grande traccia. Del resto il Futurismo è attualissimo, legato a 360 gradi a tutte le declinazioni dell’arte. Con una passione e una propensione alla passione per il divenire, sporgendosi oltre, in avanti, con l’amore per il presente; che è già proteso a ciò che deve ancora accadere.
Il Futurismo non è solo “piacere del nuovo”, ma anche un mettersi in discussione per poter cogliere i nuovi linguaggi e lo spirito della contemporaneità e sempre attuale. A testimoniare con maggior peso tangibile, le antiche vestigia di Frosinone e del territorio tutto; il sindaco Mastrangeli ha accompagnato gli ospiti a visitare alcuni reperti archeologici esposti a Palazzo Munari. Quest’ultimo, prima d’essere acquisito dal Comune, è stato a lungo sede della Banca D’Italia.
Palazzo Munari di Frosinone
Quindi esiste un caveau, esteticamente intatto, che accoglie una pregevole esposizione di reperti d’epoca romana Repubblicana e Romana. Prima ancora il palazzo è stato sede della Caserma dei Reali Carabinieri. Nel caveau quindi, la storica dell’arte dott.ssa Brunilde Mazzoleni ha esposto e spiegato agli ospiti, i vari passaggi dei reperti nell’esposizione attuale; che di fatto è come una sede distaccata dello storico Museo archeologico di Frosinone, che si trova a poche centinaia di metri, nel centro storico.
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