Fraschette, poco noto a livello locale e certamente poco anche a livello nazionale; il sito ciociaro del comune di Alatri.
Si tratta di un luogo, oggi “non luogo”, concepito per accogliere all’inizio, prigionieri di guerra. Questa zona potrebbe ospitare gite scolastiche di studenti, che potrebbero conoscere pagine intense della nostra storia recente.
Fraschette
Ci troviamo in una zona un po’ amena, una valle in inverno fredda, lattiginosa e poco o per nulla frequentata. A dire il vero, il “campo”, oggi del tutto in disarmo, consegnato a pagine rarefatte di storia semi diroccata, durante la seconda guerra mondiale; ebbe la funzione di campo d’internamento civile.
I civili internati erano per lo più slavi e greci, ma anche croati, montenegrini, albanesi e tripolini italiani. Dapprincipio si trattò di gestire circa 780 persone, anche d’origine anglo-maltese. Arrivarono poi dalla Dalmazia circa 2 300 persone. All’inizio del ‘43 si arrivò a 5500 persone in tutto. Dopo la guerra, il campo diventò centro di raccolta per stranieri poco graditi. Erano in tutto 174 baracche, messe insieme alla bell’è meglio, con delle condizioni igienico sanitarie alquanto precarie; soprattutto per via del sovraffollamento. Eppure quelle anime, confinate in un luogo piuttosto ameno, non vennero dimenticate del tutto dalla comunità locale.
Fraschette il campo di internamento di Alatri
Intervenne al riguardo anche monsignor Edoardo Facchini; vescovo di Alatri, che prese a cuore la sorte dei prigionieri. Trascorsero anche gli anni della guerra e infine, una sessantina d’anni fa, il campo diventò rifugio per i profughi italiani espulsi per lo più dalla Libia. Arrivarono profughi dall’Istria, Dalmazia, in fuga dai regimi comunisti, soprattutto ungheresi. Ospiti celebri delle Fraschette in questo periodo furono il calciatore László Kubala; il quale riuniva i calciatori profughi ungheresi in Italia e organizzava amichevoli di vario livello, e lo sportivo Isidoro Marsan.
Sovente si evocano ancora storie di italiani nati in Africa che strappando la sabbia al deserto, rendendola magicamente fertile, crearono fattorie e frutteti. Con l’avvento di Gheddafi furono cacciati e ora quelle fattorie sono di nuovo “sabbia riconsegnata al deserto”. Tornando a “le Fraschette”, il campo chiuse infine nel 1976, abbandonato, cadendo nell’oblio, trascinandosi dietro, le mille storie e vicende di poveri sventurati.
Profughi ad Alatri
Dalla metà degli anni settanta del ‘900 si tagliò definitivamente l’oblio. Soltanto negli anni ’90, qualcuno si è addentrato tra quelle rovine desolate, ma pregne di storia e intrise di tante vicende umane di speranze e rimpianti, tenuti insieme da sospiri e fiducia nel futuro. Più avanti, per il giubileo del 2000, infine la ristrutturazione e riconversione in ostello di alcuni edifici del campo.
Questa nuova vita ha acceso la luce sulla struttura, che di fatto è oggi demaniale. Sono in molti che cercano di ricostruire storie e vicende di quella tanta umanità transitata in quei luoghi. Nel frattempo, il deperimento delle strutture ancora in piedi è andato peggiorando, ma non l’ostinazione di chi non vuole perdere una storia interconnessa alla memoria. Nel tempo sono stati organizzati gruppi per visitare il luogo, convegni, mostre; e ci sono state delle pubblicazioni al riguardo.
I luoghi del Cuore del Fondo Ambiente Italiano
Infine, nel 2008 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha decretato ufficialmente l’interesse storico ed artistico dell’area delle Fraschette. Si è anche costituito un comitato di iniziativa locale, per la raccolta di segnalazioni al 7° censimento; I luoghi del Cuore del Fondo Ambiente Italiano, a sostegno del Campo d’internamento. Sembra che le autorità comunali stiano cercando un modo per recuperare le strutture, per renderle fruibili ai turisti. Ogni pagina e ogni pietra di quel “campo”, rappresentano un lungo momento della nostra storia, talvolta rarefatta, altre volte più nitida. Sappiamo che quelle strutture, per quanto fatiscenti, per molti furono l’unico rifugio possibile, l’unico asilo. Anche se diroccato, quel luogo è testimonianza tangibile di tante etnie, nazionalità e speranze per un futuro migliore.
fonte foto: pag uff. Facebook Le Fraschette di Alatri : campo di concentramento e raccolta profughi