Gli anni ruggenti del motociclismo di Frosinone, appartengono a un’epoca in bianco e nero che resta negli annali. All’epoca, le gare partivano dalla zona inquadrabile con l’attuale Camera di Commercio. Pressappoco da quelle parti c’era anche la tribuna, che era sempre gremita oltre ogni limite, infiammata dalle grida dei tifosi.
Gli anni ruggenti del motociclismo di Frosinone
In quell’poca ruggente, la gente si assiepava lungo le vie, quando le norme di sicurezza non c’erano e i piloti, correvano un po’ alla “garibaldina”. Riempivano le strade migliaia di curiosi e appassionati, e pare che si arrivò a contare centomila tifosi, un delirio. Si correva raggiungendo le vie del centro storico, una cosa improponibile al giorno d’oggi, ma del resto erano “anni ruggenti”.
Ad esempio la curva del Campo Sportivo era una di quelle più affollate. Si saliva rapidamente lungo viale Mazzini, affrontando due curve difficilissime. Il curvone a sinistra dove c’è il monumento Mastroianni e, oltre il Nestor, la curva dell’INCIS, ma era lì che venivano fuori i campioni di razza. Frosinone all’epoca era un circuito ambito e le gare erano di grandissimo livello. “Bellator Frusino”, indomita, è negli albi d’oro del motociclismo italiano e occupa un posto di tutto rispetto.
Circuito motociclistico frusinate
Orbene, la Rumi, storica casa motociclistica bergamasca, ha nei suoi annali le gare frusinati epiche, con foto d’epoca dei piloti Zonca e Mancini. In quegli anni ruggenti, correva con la Rumi un campione del Circuito frusinate, ovvero Giovanni Morgia, detto ai tempi “bicchierino”.
Talentuoso e spericolato, diciamo il Nuvolari delle due ruote, rivale storico di Silverio e Antonio Archilletti, specie del secondo, che qui era anche concessionario di moto. La rivalità su pista incendiava le tifoserie. Insomma, uomini che respiravano olio, bulloni e benzina, ma “Bicchierino”, pur vincendo, Frosinone per lui era “stregata”. Non riusciva a tagliare il traguardo per primo. Ricordiamo poi Libero Liberati di Terni, campione del mondo con la Gilera e idolo della città di Terni, che si distinse qui a Frosinone nel ’48 che fece scorrere fiumi d’inchiostro.
Alfonsina Strada – Gli anni ruggenti del motociclismo di Frosinone
In quegli anni pionieristici, per una settimana la città era nel delirio, in preda alla febbre dei centauri. La gente arrivava da ogni parte e i tifosi si accampavano ovunque. Senza dubbio gli anni Cinquanta e Sessanta furono i più entusiasmanti, in cui si svilupparono gare mozzafiato. Eppure da queste parti si gareggiava già dal 1927.
All’epoca vinse Enrico Periccioli di Siena su Sunbeam 500, guidando a 80 Km di media. Quel giorno pioveva che Dio la mandava. Il senese vinse comunque sotto il diluvio, fendendo l’acqua come uno squalo. Erano uomini temerari, ma c’erano anche tante donne all’epoca che correvano sia in bici, che in moto, come Alfonsina strada ad esempio. Tuttavia, epico resta per noi il primo circuito denominato di Tecchiena, che passava nella tenuta del grande sportivo dell’epoca Conte Domenico Antonelli. Resta anche la memoria di Carlo Magni di fatto mentore a del Circuito.
Gare di moto e auto in Ciociaria
Egli organizzò, ne scrisse, diventando poeta ufficiale del circuito. La saga e la memoria delle edizioni più temerarie è degli anni ’30 del ‘900. Al riguardo, nel ’36 un motociclista, tale Sisto Paniccia, noto imprenditore frusinate, corse la sua unica competizione ufficiale. Fu l’eroe locale della giornata, esaltato e acclamato dal pubblico che lo spingeva verso il successo contro i forti piloti ufficiali forestieri.
Ahimè rimase senza benzina, raggiungendo il quarto posto tra 42 concorrenti. Davanti però aveva il grande Amilcare Rossetti, su Norton, che vinse e che poi sarebbe diventato campione d’Europa. Furono davvero anni ruggenti, in uno sport che era in parte pionieristico. Erano anni di olio bruciato, forature, e moto eccellenti che gareggiavano con catorci che stavano assieme con la colla e lo spago, ma era bello così. Restano le foto, con la bottiglia da stappare, il bacio della miss.
Centauri su due ruote
Hanno infiammato le vie di Frosinone uomini come Fausto Amicucci, di Ferentino, che arrivò sul podio con la sua Rumi. Italo Biondi, Alberto Fongoli, Giuseppe Pagliarosi, Raffaele D’Amico, Mario Arduini, Federico Cioè. Era un’epoca in cui ci si aiutava e c’era un grande senso di comunità. Erano centauri che non lo sapevano, ma stavano scrivendo sull’asfalto il motociclismo ciociaro con passione, dando impulso agli anni d’ oro del Circuito frusinate.
Sembra quasi di sentire tendendo l’orecchio le folle gridare e poi passare Rossetti, con la Norton, e Ascari, il mitico ferrarista che inforcava la Gilera. Ettore Villa poi era un’altra bandiera Gilera, come Libero Liberati, che invece vinse qui con una moto pagata dai suoi tifosi ternani. Che tempi, quando il meccanico Frasca comprava la moto, mettendola a punto tassativamente nella sua officina. Il Circuito però ospitò anche le auto, ma questa è un’altra storia.
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