Il Dio del calcio sorride, gioisce quando sciama sugli spalti la fiumana di tifosi gialloblu; che non somiglia a nessun’altra, se non a questo mondo unico di provincia. E’ un micro cosmo popolato di un sentimento che esiste solo nella sana “provincia italiana”. La realtà del Frosinone calcio esiste per tre baluardi che difficilmente si verificano nel calcio, ma quando accade, tutto è magico e tutto può essere.
Il Dio del calcio
Tutte le grandi squadre di successo hanno sempre un’ottima dirigenza alle spalle, identificabile in una famiglia che quando la squadra vince; esulta e palpita come qualunque altro tifoso. Il secondo baluardo è identificabile proprio con le tifoserie, costituite da gente comune, famiglie, bambini e i cori, gli striscioni e le canzoni, trovano spunto nella cultura popolare. Vediamo la ciociara, il concone, le ciocie, e ne andiamo giustamente fieri.
Il terzo e ultimo baluardo, è qualcosa che sfugge ad ogni legge fisica. E’ quella magia, quel pizzico di fortuna che si presenta all’improvviso come un vento fresco che sospinge tutto e nessuno vuole indispettirlo. E’ un cerchio magico, una dimensione che funziona come l’ingranaggio perfetto di un orologio. Poi ovviamente fanno la differenza uno stadio di proprietà che è un’eccellenza locale, una squadra coesa, con uno spirito che si muove come un’onda, sì, anche lei, altrimenti la rete non si scuoterebbe.
Campionato di Serie B
Ora a bocce ferme, il Frosinone è in testa, comanda la classifica di Serie B dopo 13 giornate e lo fa “toccandola piano”, volando basso. Dieci vittorie sono un bel gruzzolo di punti, ma le dichiarazioni sono modeste, discrete e si parla addirittura di “salvezza”. Eppure i leoni stanno ruggendo eccome! Non sono pochi i tifosi nei bar che si lasciano andare a esternazioni: “e chi si ferma più?”
Questa squadra, questo Frosinone calcio, ricorda ora, proprio ora, certi club di squadre londinesi, che danno l’anima per la squadra, sputano i polmoni in campo e poi vada come vada ci si vede al pub. Questa squadra, proprio questa qui, sembra il Calais, la squadra dei miracoli, quella che non ti aspetti, quella che fa la scalata, che si diverte, vince, ma lo fa mantenendo un profilo basso.
Frosinone Calcio
E il dio del calcio lo sa, che questo calcio ciociaro, con i colori che condivide con la Svezia, non potrebbe essere più sanguigno, più divertente e il bello è che chi arriva qui, non vorrebbe più andarsene. Il Frosinone calcio, arriva da una provincia dell’antico basso Lazio, quasi del tutto sconosciuta in tante parti d’Italia. Poco nota perché i ciociari sono modesti, scanzonati, ironici, e legati ad una identità talmente salda e concreta, da non avere bisogno di esibirsi in tante giravolte. Noi siamo quelli che gli ospiti li fanno accomodare davanti ad un piatto di fini fini fumanti al pomodoro. E un bicchiere di vino di “quello buono”. Succede anche con i calciatori che arrivano da fuori e poi non se ne vogliono più andare nemmeno loro.
Stadio Benito Stirpe e il Dio del calcio
Il Dio del calcio lo sa e ci accarezza. Nulla da invidiare a grandi club e piazze blasonate con sale trofei ragguardevoli. Quello che è il Frosinone calcio lo ha imparato bene Fabio Grosso che ha una rosa di giovani molto interessanti come Giuseppe Caso, Luca Moro e Samuele Mulattieri e sa farne tesoro. I canarini però forse a questo punto del campionato, solo ora hanno capito che possono davvero mirare in alto.
Credo sia stato contro il Perugia, quando si sono portati a cinque lunghezze di distanza dal Genoa che è secondo. Oh ragazzi, il Genoa, la squadra più antica d’Italia, il Geoa cricket fotbal club, mica pizza e fichi! La partita della svolta, densa di emozioni è stata decisa da un gol di Rohden al 41′. A dire il vero nella ripresa gli umbri hanno tentato di schiacciare i canarini e forse lì hanno sbagliato, perché è l’essenza del calcio italiano.
Calcio ciociaro
Questa squadra piacerebbe molto a vecchi leoni storici come Nereo Rocco o Giovanni Trapattoni. Il Frosinone non è lassù perché qualcuno suona la carica e tutti vanno all’assalto all’arma bianca. No, il Frosinone tiene botta perché ha una difesa che è difficilissimo bucare, la migliore. Insomma non prende gol. Rocco l’avrebbe chiamato “el catenas”. Sì è vero, i risultati si ottengono anche quando si ha una panchina lunga. No, il calcio non è fatto di episodi come alcuni credono, ma di un gioco ben rodato in una squadra che sa essere cattiva quando serve. E’ vero poi che all’estero si corre molto di più, ma quella è atletica. Il calcio è una cosa diversa e il Dio del calcio lo sa. Non tocchiamolo questo cerchio magico, lasciamolo brillare e Forza Frosinone e che il dio del cacio ci assista!
Fonte foto – Facebook Frosinone Calcio
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