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Le Gole di Lacerno, dove sopravvive la natura selvaggia

Le Gole di Lacerno - Le Gole nel Parco

Le Gole di Lacerno, sono ai più poco note, ma davvero fantastiche. Per chi vuole avventurarsi, si tratta di una delle escursioni più “selvagge” e affascinanti del Lazio. Noto anche come il Vallone Lacerno, ci troviamo tra i Comuni di Pescosolido e Campoli Appennino. Possiamo dire a ragion veduta che questo luogo è considerato dai naturalisti, una delle più belle aree selvagge a ridosso della Marsica e dei monti laziali.

Le Gole di Lacerno

L’area si estende su una superficie di oltre 2.000 ettari, confinante a nord-est con il Parco d’Abruzzo; con un andamento altimetrico che varia dai 680 m. slm. ai 2003 m. slm. riferimento cartograficIGM f° 152. Rientra anche nella fascia di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Tra i vincoli esistenti vi è quello idrogeologico, poiché alimenta l’acquedotto di Val s. Pietro.

Le Gole di Lacerno - la cascata del Parco
fonte foto – Facebook – pag. Borghi d’Italia

Stiamo parlando di un sentiero che evoca scenari di briganti e avventurieri. Il sentiero parte pressappoco, appena fuori il paese di Campoli Appennino e ci porta dritti fino alla gola. Ci troviamo davvero in un luogo spettacolare, tra la fitta vegetazione selvaggia. Anche la fauna qui è molto ricca, poiché vive quasi indisturbata. Tra le specie più rare e belle, troviamo l’orso bruno appenninico, il lupo appenninico, il falco pellegrino, l’aquila reale o il gufo reale. Qui vivono anche il camoscio appenninico e il capriolo.

Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Tornando al sentiero, quest’ultimo nel primo tratto è abbastanza facile da affrontare. Dopo però bisogna continuare, guadando sempre il corso d’acqua che si dovrà seguire per tutta l’escursione. Orbene, dopo circa 4 chilometri si arriva ad un punto in cui ci si trova dentro il canyon vero e proprio.

Le Gole di Lacerno - Lupo appenninico

Si stagliano maestose, pareti rocciose alte diverse decine di metri. Si prosegue poi attraverso un tratto scosceso, in cui ci si deve arrampicare. Infine, ci si trova di fronte alla cascata del Cuccetto del Diavolo. Vediamo subito un bel getto d’acqua scrosciante, che indica il punto d’arrivo. Si tratta di un’escursione che possono fare un po’ tutti, purché avvezzi a fare trekking in montagna. La vera ricchezza di quest’area è quindi la ricchezza della natura a 360°. Siamo davanti a una vera spettacolarità di panorami, con rocce a strapiombo erose da millenni, lo scrosciare delle acque.

Cuccetto del Diavolo

Meravigliosa l’asprezza dei luoghi che fanno sentire al visitatore che penetra queste cattedrali della natura, quelle emozioni che dovettero provare i nostri antenati centinaia di anni fa. Si tratta di una natura primitiva sopravvissuta, che va conosciuta e salvaguardata. Tra le numerose grotte e caverne che esistono in questa regione; nate e scavate da fenomeni carsici, si trovano reperti dell’epoca Neolitica.

Le Gole di Lacerno - Cascatella D'acqua del Parco
Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio, Molise – CC BY-NC-ND 2.0

Per dirla con le parole dell’allora presidente dello Zaire, Mobutu: “…nostro grande desiderio è che la natura selvaggia sopravviva anche quando altrove agli uomini non resterà disponibile che uno squallido mondo artificiale”. Nel vallone poi, vi sono anche diversi reperti archeologici d’epoca romana risalenti al I/II sec. a.C.; oltre ad alcuni resti di ponti ed un acquedotto che i locali usano chiamare “condotto di Nerone”. Persistenze di remoti cenobi, romitori, il mitico convento di San Pietro nell’alta valle, vecchie nicchie votive e un vetusto “vallo” romano.

Le Gole di Lacerno, dove sopravvive la natura selvaggia ultima modifica: 2021-08-23T07:00:00+02:00 da Redazione

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