Pasta alla genovese, ed è subito tradizione! Si tratta di un piatto facile da fare e che ha il pregio di appartenere alla “cucina lenta”. La pasta alla genovese è una ricetta semplice, gustosa, ma richiede il “suo tempo”, anzi, vi lascia il tempo di gustarvi un film mentre il tegame fa il suo lavoro. Dopotutto vale la pena dedicare un po’ di tempo a una ricetta che mette d’accordo tutta la famiglia no?
Pasta alla genovese
Secondo tradizione, la pasta alla genovese vuole gli ziti spezzati a mano, adatti a trattenere a dovere dei sughi corposi. Tuttavia, vanno benissimo i sedani, le penne rigate o i rigatoni. Insomma, ci sono tantissimi tipi di pasta corta e allora basta scegliere quella che più ci aggrada. Meglio però optare per una pasta ruvida, rigata e preferibilmente trafilata al bronzo. Un’altra accortezza riguarda le cipolle, che dovrebbero essere dorate o ben ramate. Se avete poi un macellaio di fiducia, chiedetegli un bel pezzo di vitellone.
Tranquilli che va bene anche dello spezzatino di vitello o del muscolo, poiché si prestano ad una cottura lunga, restando teneri. Il sugo alla genovese tutto sommato è un ragù bianco, con l’aggiunta di tante cipolle. Queste cuociono per molto tempo, sciogliendosi e creando una crema deliziosa. La preparazione, richiede pazienza. Tuttavia, la pietanza ripaga del tutto.
Pasta alla genovese con carne
Se avete ospiti che non hanno mai assaggiato questa ricetta, raccontategli pure che la genovese, nonostante il nome, non è del tutto ligure. Probabilmente si può risalire a cuochi genovesi presenti a Napoli nel periodo aragonese, nel XV secolo. Costoro cucinavano sughi a base di carne con cui condire la pasta. A quanto pare, il sugo si chiamava “raguetto”; presente nel famoso ricettario di Cavalcanti dell’800. Però, la ricetta odierna, probabilmente risale alla seconda metà dell’800, ed è di fatto, la versione povera del ragù.
Per questa ricetta, procuratevi cipolla, sedano, carota, carne bovina, olio extravergine d’oliva, alloro, vino bianco, parmigiano e pecorino. Abbondate con le dosi, tanto non avanzerà! Lavate sedano e carota, tritandoli insieme a una mezza cipolla. Versate in un tegame l’olio, aggiungete il trito e fate rosolare per qualche minuto. Aggiungete la carne, facendola cuocere un po’ sfumando con il vino.
Pasta trafilata al bronzo
Ora tritate le cipolle e versatele nel tegame. Aggiungete i pomodorini e un po’ c’acqua. Fate cuocere con il coperchio per un paio d’ore, mescolando di tanto in tanto. Ultimate la cottura quando la carne sarà molto morbida, al punto da sfilacciarsi. La cipolla avrà assunto un colore marroncino e una consistenza cremosa. A quel punto, togliete la carne e mettetela da parte. Potrà essere un ottimo secondo.
Ora cuocete la pasta, scolatela al dente e versatela nel tegame con il sugo alla genovese. Aggiungete un po’ di parmigiano e di pecorino, mantecate la pasta e servitela con una spolverata di pepe. Se non amate il sapore “forte” e ci sono bambini, potete evitare pecorino e pepe. In ogni caso, la genovese può essere realizzata nella versione bianca o rossa. Nel secondo caso, infatti, si può aggiungere un po’ di concentrato di pomodoro oppure un po’ di pomodorini.
Cucina lenta
Questa ricetta può essere realizzata anche senza carne, seguendo una versione leggera e più sbrigativa. Basterà seguire tutto il procedimento indicato nella ricetta, senza aggiungere la carne. In questo caso, i tempi di cottura possono essere ridotti anche di un’ora. Non dimenticate che la cottura del sugo alla genovese è lenta e bisogna sempre aspettare che le cipolle si sciolgano. Diciamo che questa ricetta consente di leggere un bel libro o la vostra rivista preferita mentre il tegame sobbolle. Chissà quante poesie e pagine di romanzi sono state vergate durante “la genovese”.
Buono!
Che fame!