Sono molte le scale sante presenti in Italia ma non tutti sanno che una si trova anche nella nostra provincia. Nella bellissima cittadina di Veroli, a pochi chilometri da Frosinone, la Basilica di Santa Maria Salomè ne ospita un esempio di grande pregio. Patrona della città, la sua festività viene celebrata solitamente tra il 24 ed il 25 Maggio. La Basilica sorge al centro del paese, in largo Guglielmo Marconi, dal quale è possibile godere di un bellissimo panorama sulla campagna circostante.
La figura di Santa Maria Salomè
Quella di Maria Salomè è una figura molto importante ed interessante della cristianità. Moglie di Zebedeo e madre degli apostoli Giacomo il Maggior e Giovanni è stata molto vicina alla figura di Cristo. Assieme a Maria Maddalena e Maria di Cleofa rappresentano “le Tre Marie” che recandosi al Sepolcro il giorno di Pasqua scoprirono che Gesù era risorto.
Dopo l’ascensione di Cristo, si mise in cammino dalla Palestina per diffondere la parola di Dio. Nel suo peregrinare per il mondo un giorno giunse a Veroli in compagnia di S. Biagio e S. Demetrio. Ma è qui, nel piccolo centro ciociaro, che la santa ed i suoi due compagni di viaggio trovarono la morte e le loro spoglie riposano insieme all’interno della Basilica di Santa Maria Salomè.
Chiesa di Santa Maria Salomè
Una prima costruzione venne edificata attorno al XIII secolo, nel punto in cui si dice siano state ritrovare le spoglie della santa nel 1209. Ma nel tempo molte sono state le trasformazioni. E’ tra ‘600 e ‘700 che la Basilica di Santa Maria Salomè assume l’aspetto che vediamo oggi. All’interno presenta tre navate e tra le opere di pregio che conserva al suo interno si può annoverare il quadro del Cavalier D’Arpino (1568-1640) che raffigura la santa.
All’interno dell’edificio è presente la cripta a cui si accede tramite una scalinata. Ma a differenza di come si potrebbe pensare le reliquie dei tre martiri non si trovano in questo luogo. Le spoglie di Maria Salomè riposano all’interno del mausoleo fatto costruire vicino l’altare. Nella Cripta degli Innocenti, invece, tramite una serie di passaggi, si raggiunge il luogo del ritrovamento del corpo.
La scala santa
Attorno alla metà del ‘700 il vescovo Lorenzo Tartagni diede vita ad un momento di grande trasformazione. Tra la Cappella laterale dei Caduti e la scala semicircolare d’accesso alla Cripta degli Innocenti, fece costruire la scala santa. Composta da tre vie di accesso, quella centrale è sostenuta da un arco a tutto sesto con soffitto a cassettoni. Le entrate laterali sono più strette e sormontate da un’iscrizione ciascuna: una in latino ed una in italiano.
L’iscrizione in italiano così recita: “Per concessione di pp. Benedetto XIV salendo genuflessi questa Scala si lucra l’Indulgenza quotidiana di cento giorni e in perpetuo la stessa Indulgenza plenaria della Scala Santa di Roma”. In cima alle scale c’è la cappella col dipinto della Deposizione del Cristo Morto. Una serie di dipinti che rievocano la condanna a morte di Gesù e la via crucis abbelliscono l’arcata superiore della scala.
L’indulgenza
Come abbiamo potuto leggere in una delle iscrizioni, salendo inginocchiati la scala, è possibile ottenere l’indulgenza e la remissione dei peccati. Anche questa concessione è stata frutto del lavoro del vescovo Tartagli. Quest’ultimo, infatti, riuscì ad ottenere la concessione da Papa Benedetto XIV (1675-1758) seguendo l’esempio di Sisto V per la Basilica di San Giovanni in Laterano.
La scala è composta da 12 scalini in marmo e all’altezza dell’undicesimo viene conservata una reliquia della croce di cristo. Un passamano aiuta i fedeli a compiere la scalata inginocchiati. I due accessi laterali, invece, sono a disposizione dei visitatori che non vogliono richiedere l’indulgenza. In questo modo si può salire al livello superiore senza intralciare il cammino di purificazione dei fedeli.