Disagio giovanile, lo chiamano così, ma dietro c’è molto di più. Alcuni danno la colpa al periodo post covid, altri all’incapacità di vivere, ma chi è smarrito, vuole solo un appiglio per aggrapparsi.
Disagio giovanile
Negli ultimi anni, nel territorio, criminalità piccola e media, la diffusione di sostanze e super alcolici, stanno strozzando la “meglio gioventù”. Lo sfilacciamento sociale, le famiglie che saltano, fanno perdere a molti ragazzi i giusti punti di riferimento e si fanno largo, angoscia, oblio, ansia, depressione e incapacità di vivere. Non possiamo solo scrivere la parola “fine”, sulla vita di chi si arrende ad un peso troppo grande e non vuole più vivere.
Abbiamo il dovere di trovare delle risposte e creare delle reti di sicurezza. Non posso non pensare che ci sono dei ragazzi, che se avessero trovato una porta a cui bussare, se avessero tirato fuori “il mostro”, ora forse sarebbero ancora qui. Servono dei numeri da poter chiamare, dei gruppi di sostegno, delle sentinelle adulte, perché il disagio, non può essere l’inizio della fine, ma il momento in cui si comprende che si deve trovare aiuto.
Telefono amico
Purtroppo i suicidi tra i giovani si assestano su un più 75%. Tra i motivi, spesso ci sono modelli familiari disfunzionali, vulnerabilità emotiva e uno stile cognitivo deviato, che vuol dire molte, forse troppe cose. Ci sono dei segnali a cui prestare attenzione, come l’individuare in tempo una disregolazione emotiva e comportamentale.
E’ importante non minimizzare mai e rendersi conto che dove manca l’apprendimento di competenze per potersi comportare con consapevolezza e sicurezza. Ed è proprio la mancanza di consapevolezza a far sì che gli adolescenti vivano “al buio” in preda a stati emotivi tempestosi e burrascosi. Tutto ciò può trascinarsi per molto tempo, generando sofferenza interiore e comportamenti disfunzionali. Davanti si vede sovente una strada impervia che può, in alcuni casi, condurre a drammatiche situazioni in cui il suicidio potrebbe rivelarsi, agli occhi dei più giovani, l’unica alternativa possibile.
Samaritans
Si è parlato tanto della figura dello psicologo a scuola. Negli Istituti dove questo è già realtà, la figura di un esperto sembra essere l’arma vincente ai fini della prevenzione. Le parrocchie devono allargare il loro raggio d’azione e lo sport nelle scuole, come valvola di sfogo, ha ancora un ruolo marginale. Le palestre scolastiche, dovrebbero restare aperte tutto il giorno, e le strutture sportive, così come le piscine, dovrebbero ricevere molti più fondi, per crescere e “catturare”, più ragazzi. Lì dove manca la figura professionale autorevole, tutto traballa. Infine, cosa possono fare docenti e dirigenti scolastici per prevenire l’allarmante incremento di suicidi giovanili?
Si deve lavorare sulla consapevolezza e migliorare le relazioni interpersonali. Ai ragazzi bisogna comprare libri, farli viaggiare e fare sport, non lasciarli attaccati ad uno smartphone notte e giorno. Ma al di là delle strategie da mettere in campo, chi chiamare in caso di emergenza?
Ospedale Bambino Gesù – Disagio giovanile
Esiste il Numero verde Samaritans attivo dalle : 13–22 L’associazione per la prevenzione al suicidio e alla depressione. I Samaritans sono pronti a dare un sostegno emotivo¸ in assoluta riservatezza. Il servizio è attivo da telefono fisso al Numero verde gratuito 800.860022 oppure da cellulare al numero urbano tel. 06.77208977. L’ascolto è nel completo rispetto della privacy.
Per informazioni è possibile scrivere a: [email protected] E’ possibile anche chiamare il telefono amico, attivo su tutto il territorio nazionale https://www.telefonoamico.it/telefono-amico-italia-e-la-prevenzione-al-suicidio/ e si possono chiamare i numeri 02 2327 2327; 324 011 72 52. Oppure mail@micaTAI Esiste anche un efficace e valente servizio del Bambino Gesù, integrato da una linea telefonica 06.6859.2265 per le consulenze psicologiche urgenti, attiva tutti i giorni 24 ore su 24.
