Disegnare e costruire auto italiane, non è “fanta industria automobilistica”, poiché se lo abbiamo fatto in passato, possiamo farlo ancora, anche senza i grandi marchi.
Disegnare e costruire auto
Insomma, se la grande industria ci abbandona, le auto possiamo “farcele da soli”. Quando Lamborghini, produttore di trattori, andò a lamentarsi con Enzo Ferrari del cambio della sua Ferrari che si rompeva, l’ingegnere dal carattere pungente, gli disse, che si trattava di auto, non di trattori e bisognava saperci fare. Lamborghini, l’affronto non se lo tenne e decise di mettersi a fare auto e il resto è storia.
E’ chiaro che i tempi sono cambiati, ma gli imprenditori continuano ad esserci e gli sviluppatori, come ingegneri esperti di softwere in Italia, così come la passione per le quattro ruote anche. Tenendo i piedi per terra, nel prossimo futuro, secondo le statistiche si venderanno sempre meno auto. Previsione allarmante, se si pensa all’enorme indotto industriale che ruota attorno al settore. Le auto sono sempre meno viste come beni da possedere e sempre più come servizi da utilizzare quando è necessario.
Softwere auto italiane
Questo potrebbe significare un cambiamento radicale che dovrà trovare nuovi approcci. Nella provincia di Frosinone il “polmone in affanno” di Piedimonte San Germano è un campanello d’allarme più che lampante. Dobbiamo restare in attesa? Molti sono i nuovi approcci, però resta il fatto che gli italiani, aldilà della grande industria automobilistica, hanno sempre dimostrato di saperle fare le auto, belle, sicure e in grado di invadere il mercato.
Le auto migliori, fin dagli albori le hanno ideate e disegnate gli italiani e oggi sappiamo che non mancano sul mercato, ingegneri, nonché esperti di softwere in grado di farlo ancora nell’epoca 4.0. Inoltre il mercato dice che all’estero c’è sempre chi comprerebbe un’auto italiana. Il software è la risposta. In un mondo dove l’auto diventa un servizio, il valore non è più solo il veicolo fisico, ma a ciò che questo può offrire come sicurezza e comfort.
Ferruccio Lamborghini
Questo significa che il software diventa non solo un elemento chiave dell’automobile, ma anche un’opportunità di business. L’Italia ha una lunga tradizione di eccellenza nel settore automobilistico e quindi anche nella progettazione dalla A alla Z. Molto meno conosciute sono le competenze e i talenti italiani nel campo del software auto motive, forse solo con la “fuga dei cervelli” e nello specifico con ingegneri ed esperti del settore.
Quindi c’è Italia nel software automotive in tutto il mondo. Aziende come Accenture che ha istituito proprio a Torino uno dei suoi poli dell’innovazione, oggi sollecitato in tutto il mondo. Esso si dedica alla sperimentazione di nuove tecnologie e metodologie, spesso applicate al settore automobilistico. Oggi ha più di 13.000 posti di lavoro, molti dei quali operativi nel settore delle nuove tecnologie e nel digitale per l’auto. E’ da questo punto che dobbiamo partire.
Automobili di lusso italiane
C’è la seria opportunità di creare un settore del software auto tutto italiano, che possa competere a livello globale. E svolgere un ruolo chiave nella trasformazione digitale del settore automobilistico. Un esempio è l’azienda di software Reply, che ha acquisito la storica palazzina Fiat di Lingotto a Torino, con l’obiettivo di trasformare un simbolo del passato industriale italiano in un incubatore di tecnologie per il futuro. Tuttavia, è necessario sviluppare un piano industriale sul software per l’automotive, soprattutto ora che l’elettrico sta esplodendo.
È un momento cruciale per l’industria, in cui siamo chiamati a fare scelte strategiche che avranno un impatto significativo sul nostro futuro. La mancanza di un piano industriale serio ha spinto i ragazzi sul mercato estero. Dove l’azienda è presente in Francia e ad Austin negli Stati Uniti. Ma tanti ragazzi non mollano il Bel Paese, se hanno motivi per restare.
Lingotto di Torino – Disegnare e costruire auto
L’Italia è stato a lungo uno dei produttori di automobili più importanti al mondo. E ora, se si investono le giuste risorse, ci sono gli ingredienti per conquistare una posizione di leadership nella nuova industria della mobilità: il software. Soprattutto l’università deve puntare su questo settore. Dati alla mano per ora abbiamo perso la partita sulla produzione delle auto elettriche. Non possiamo perdere la partita sul software, dove si concentrerà la più parte delle opportunità in termini di posti di lavoro e profitti. Le previsioni indicano che il mercato dei software per la gestione delle flotte di veicoli elettrici raggiungerà un valore di 64,3 miliardi di dollari entro il 2030.
