Frosinone libera ottant’anni dopo, ma allora era il 1° giugno 1944, quando gli Alleati (britannici, statunitensi e canadesi) entrarono a Frosinone, scatenando nella popolazione gioia ed entusiasmo. Come avrebbe potuto non esserci emozione, viste le tribolazioni, i bombardamenti, le privazioni, gli sfollamenti con i fagotti, il freddo, il caldo e le malattie?
Frosinone libera ottant’anni dopo
Tanti uomini al fronte, molti mai tornati e le donne in tutto il basso Lazio, a combattere prima con la fame e poi aggredite, insieme a tanti uomini e addirittura bambini, da truppe, che violentarono, distrussero e uccisero. Liberazione? Sì, ma a che prezzo? Più che di festeggiamenti, in buona parte del basso Lazio, c’è voglia di commemorare, raccogliersi in preghiera, e rendere omaggio a chi non sopravvisse. Eppure quelle ragazze, forti e fiere, ammirate, le vere ciociare, non hanno mai abbassato il capo e si sono sempre rialzate dopo ogni sciagura.
Grandissime lavoratrici, quelle ragazze degli anni ’40 del ‘900 con le scarpe di sughero, le calzette corte, i capelli riavviati alla bell’è meglio, ma pulite e ordinate, hanno ricostruito sapendo rinascere dalle sciagure. Tante ragazze, pur avendo ben poco, hanno rimesso in piedi case, famiglie e molto altro.
Marocchinate
Mi piace immaginare una ragazza ideale, che chiamerei “Anna”. E a lei direi “grazie”, vedendola sorridere e correre in bicicletta per andare a scuola o a lavorare. Corri Anna, corri e non fermarti mai, tu che sei la donna ciociara ideale, bella anche con un vestito stinto e liso, graziosa. Mentre lavi il bucato al fiume, fiera con le scarpe un po’ consumate, ma pulite e ne hai fatta di strada cara Anna. Corri Anna, non ti fermare, e grazie al tuo cuore, al tuo orgoglio e alla tua indomita volontà.
Sarai sempre bellissima e il tuo onore è salvo. Oggi, onorando le tante “Anna”, dopo ottant’anni Frosinone si riunisce in Piazzale Vittorio Veneto alle 10,00 con tutte le autorità, per una cerimonia per onorare i caduti e celebrare la fine di quella maledetta guerra. Si suoneranno e canteranno gli inni.
La mamma ciociara
Si porrà una corona sulla stele che ricorda il soldato canadese caduto. Ricordo che nel 65° della Liberazione è stato inaugurato proprio un cippo commemorativo in memoria del tenente canadese Everett M.Simm del Royal Edmonton Rgt., primo militare alleato caduto nel giorno della liberazione della città. Il cippo è posto in corso della Repubblica, nel luogo dove Simm cadde, colpito da un cecchino tedesco e dove lo seppellirono temporaneamente.
Poi un pensiero dovrà andare sempre a quelle donne, il cui corpo fu violato dalle truppe nordafricane. Questi atti lasciarono un segno indelebile nella memoria collettiva. Per questo motivo Papa Pio XII intervenne direttamente per porre fine a queste atrocità, convincendo il generale francese De Gaulle a rimpatriare i soldati. Anna e le altre si rialzarono, sopravvissero. Tante, quasi tutte, si sposarono, ebbero dei figli e siamo noi la loro discendenza, che deve ripudiare la guerra.
Frosinone medaglia d’oro al valor civile – Frosinone libera ottant’anni dopo
Sembra di vederle ancora, inforcare una vecchia bici nera, arrancando per strade sconnesse, lasciandosi alle spalle macerie e dolore. Il vento scompiglia loro un po’ i capelli. Qualche lacrima s’asciuga e corrono verso il futuro, con il sorriso di chi è adamantino e ha dentro di sé la memoria di un popolo antico che non sarà mai vinto.