Piazza Norberto Turriziani ha scaldato molto gli animi già fumantini di buona parte della popolazione frusinate. Le discussioni ancora grondano livore dai social media, aggrappandosi a una grammatica disperata come Rossella O’hara abbandonata sul finale da Rhett Butler e ancorati a una sintassi in camera di rianimazione. La polemica se possibile, ha fatto percepire ancora più rovente questa lunga estate ciociara.
Piazza Norberto Turriziani
Ho scritto – “Volevi sapere e non hai chiesto”, poiché le domande bisognerebbe farle a chi ha le risposte, che ci piaccia o no. Inoltre domande lasciate sui social media, sovente accompagnate da frasi pecorecce e periodi raffazzonati, hanno poche possibilità d’incamminarsi verso i giusti canali istituzionali, dove numeri, e-mail e pec sono fruibili. Ho ritenuto quindi opportuno andare all’origine della storia, chiamando “l’uomo” così tanto evocato e forse un po’ poco interpellato, perché solo lui avrebbe potuto darmi le risposte tecniche, ovvero l’architetto Renato Caparrelli.
Se Renzo Piano ha firmato l’Academy Museum of motion Pictures, e Fuksas la famosa “Nuvola”, bisognava parlare con Caparrelli no? Nel capoluogo ciociaro, attorcigliato su collinette di tufo umido che filtra acqua, l’approccio deve essere ben diverso rispetto ad altre città e questo concetto lo terrei ben saldo. Inoltre è imprescindibile adeguarsi a un capoluogo antico, sfregiato dalla guerra, tentando di riannodare i fili.
Piloni di Frosinone
Filologicamente, non si può costruire palazzi “antichi”, ma al massimo strutture che facciano da anello di congiunzione. Ho domandato all’arch. Caparrelli com’è iniziato tutto il progetto e lui, come la documentazione storica testimonia, mi ha raccontato del finanziamento innescatosi all’epoca della precedente amministrazione comunale, che prevedeva ben sette progetti per il risanamento idrogeologico di Frosinone.
Ecco, in questa faccenda è il pericolo idrogeologico da tenere ben presente, poiché dove scorre acqua in modo incontrollato, possono avvenire dei crolli. Al riguardo, i più accorti sanno che sotto i nostri piedi, nella zona in questione, scorreva molta acqua attraverso tubature, male in arnese e a pezzi. Al riguardo Piazza Turriziani è interconnessa ai Piloni, su cui di fatto poggia. In tanti abbiamo sentito l’acqua scrosciare camminando di sotto e gli allagamenti erano a vista. Intervenendo si è scongiurato il peggio. Si è dovuto lavorare di concerto con ACEA.
Arch. Renato Caparrelli
La fognatura fin da Via Fratelli Bragaglia era da rifare ed era antidiluviana, in muratura! C’erano anche forti dispersioni di acque pulite e ora tutto è stato rifatto e ricollegato; un lavoro complesso, ma necessario, poiché ha coinvolto ettolitri ed ettolitri di acque che fluivano disastrosamente, arrivando anche dalla montagna e producendo per molto tempo danni e sprechi. L’architetto Caparrelli ha sottolineato però che la zona per definizione, poggiando sul tufo, un po’ di umidità, potrà mostrarla sempre, rivelandosi sotto la sopra elevata e s’interverrà in modo adeguato.
La domanda “delle cento pistole” tuttavia, ha interessato l’estetica della Piazza, per la quale a quanto pare è arrivata l’approvazione della Sovrintendenza e l’iter è stato lineare, senza intoppi. Diciamo che lì storicamente c’era come uno strappo. Anticamente c’erano dei caseggiati, spariti dopo la guerra, compresa la Casa del Fascio, ultima demolita.
Dissesto Idro geologico a Frosinone
L’edicola ora scomparsa, insisteva su muratura, a dir poco “fatta alla meglio”. Sotto, cantine e macerie, non terra, non terreno, ma “detriti, frantumi”. Dalla curva Zallocco, alla curva verso Sant’Antonio, c’era il vuoto, riempito con una sopra elevata, ma in buona parte, “l’anello di congiunzione”, ovvero la zona calpestabile, necessitava di un restauro radicale e robusto, partendo dalla sicurezza. Ora la zona calpestabile è maggiore, con diverse entrate e si può usare per eventi e spettacoli. Una delle argomentazioni più “calde” dell’estate però, ha riguardato i giochi dei bimbi che ahimè non ci sono più. Secondo l’architetto, in genere i giochi vanno nei parchi, non nelle piazze e comunque se in futuro il Comune vorrà allestire una parte dello spazio in modo ludico, potrà farlo. Inoltre la madre di tutte le polemiche è stata la mesta fine della tanto amata e molto evocata magnolia.
Piazza Norberto Turriziani – Restauro conservativo a Frosinone
A quanto pare la magnolia, stava in piedi per miracolo e nelle condizioni in cui era e con le folate di vento, sarebbe potuto precipitare. Aveva le radici molto superficiali, poiché sotto non c’era “terra”! Se non è caduta, è stato per via delle betonelle, che essendo molto pesanti, l’hanno ancorata a lungo. Eppure erano addirittura smosse, ondulate, ma se avessero ceduto?
L’idea che forse abbiamo scampato una tragedia, con tutti i passeggini e carrozzine che hanno transitato là negli anni, mi ha fatto provare un brivido. Questo mi sono chiesta. Ho insistito però sull’argomento “ombreggiatura” con l’architetto. Sulla scurezza però non si mercanteggia. Lì sotto non si potrà mai mettere un albero; non c’è terra. Ogni zona verde, dovrà avere un suo vaso indipendente. Anche i Piloni poi hanno richiesto un gran lavoro, con perforazioni di sette metri, ancoraggi e tiranti a livello della balconata.
Capoluogo frusinate
E’ stato necessario consolidare la soletta a sbalzo, che stava andando in malora. Alla fine i Piloni saranno rifiniti con intonaco e pavimentazione. Ci sarà un marciapiede esterno per camminare. Sarà tutto a vista. Si potrà di nuovo passare dal basso dei Piloni, spuntando davanti all’ex pizzeria il Grottino. E probabilmente si potranno aprire delle attività, fare delle mostre, laboratori o altro. Direi in ogni caso che ora le idee sono molto più chiare.
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