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STORIA STORIE

Quinto Valerio Sorano, pagò con la vita l’aver rivelato il nome segreto di Roma

Quinto Valerio Sorano - Panoranma Di Sora

Quinto Valerio Sorano, come si evince dal nome, era un personaggio della Roma Repubblicana, originario della città di Sora. Ahimè proprio un cittadino romano di queste nostre terre di Ciociaria, si macchiò di un reato gravissimo.

Quinto Valerio Sorano

Roma, la sua origine e i suoi riti, non erano presi mai alla leggera da nessuno e il nome segreto della città eterna, non si doveva rivelare per nessun motivo.

Quinto Valerio Sorano - Oratore (2)

Eppure, la sventurata vicenda do questo personaggio, seppur erudito, è piuttosto nebulosa, avvolta dal mistero dall’inizio alla fine. Di certo, Quinto Valerio Sorano, nasce a Sora, nel frusinate di oggi appunto, intorno al 140/130 a.C. Non era quindi un “romano di Roma”, ma del resto i più grandi nomi, come Cicerone, Agrippa o Caio Mario, nemmeno lo erano. Anch’essi erano di queste parti. Orbene, Quinto Valerio apparteneva all’élite dei Latini. Era di fatto, dal punto di vista sociale, un gradino sotto ai cittadini dell’Urbe. Era un uomo molto colto, poeta e grammatico di vastissima erudizione.

Ciociari illustri

Aveva amicizie di alto livello, come Cicerone appunto, che lo definì “il più colto tra tutti coloro che indossano la toga”. Anche Varrone Reatino più volte lo cita nella sua opera De lingua latina. Valerio Sorano però, oltre ad essere uomo di lettere, era anche tribuno della plebe. Probabilmente fu un uomo che pur essendo di umili natali, come ad esempio Caio Mario, si fece largo nella società, raggiungendo uno “scanno”, in una élite colta.

Quinto Valerio Sorano - Roma Di Sera in foto

Eppure fece una cosa pericolosissima, come scrive Macrobio, erudito romano del V secolo: “È noto che tutte le città si trovano sotto la protezione di un dio. Fu usanza dei Romani, segreta e sconosciuta a molti (…) se fosse possibile, giudicavano sacrilegio prendere prigionieri gli dei. Per cui i Romani vollero che rimanesse ignoto il dio sotto la cui protezione è posta la città di Roma e il nome latino della città stessa.”

Varrone – Plutarco

Ciò spiegherebbe, secondo alcune interpretazioni, la sua grande colpa, quella che gli costò la vita. I Romani erano convinti, come molti altri popoli dell’antichità, che era necessario mantenere segreto il nome sacro della città, così come quello del suo nume tutelare. In quei nomi erano racchiuse la forza e l’anima dell’Urbe, e farli conoscere ai nemici avrebbe significato dare loro un potere di essa e, mai sia, consentire di evocare la divinità e portarla dalla propria parte.

Quinto Valerio Sorano - Quinto Valerio Sorano

Dando credito a Plinio, Varrone, Plutarco, e in epoca più tarda Servio Onorato e Macrobio, Quinto Valerio Sorano si macchia di quella colpa tremenda. Forse l’aver fatto carriera, gli aveva fatto credere di essere diventato intoccabile, sbagliando però.

Quinto Valerio Sorano – nome segreto di Roma

“Il tribuno Valerio Sorano osò rivelare questo nome, secondo Varrone e molte altre fonti. Alcuni dicono che fu trascinato dentro dal senato e appeso a una croce; altri, che fuggì per paura di ritorsioni e fu catturato da un pretore  in Sicilia , dove fu ucciso per ordine del senato”. (Servio, Commentarii all’Eneide di Virgilio). Eppure, qualcosa che non torna, a partire dalla crocifissione, all’epoca quasi esclusivamente riservata agli schiavi, e mai a chi avesse nelle vene sangue romano.

Dea Angerona

I cittadini romani potevano essere giustiziati solo per decapitazione. Inoltre perché e come poteva conoscere il nome segreto di Roma? Una chiave potrebbe essere nell’unica sua opera dal titolo: Epoptidi, che si potrebbe tradurre come “divinità tutelari”. Eppure, sia Servio sia Macrobio sono concordi nell’affermare che quel nome non è mai stato messo per iscritto. Secondo alcuni la condanna a morte di Valerio Sorano potrebbe essere semplicemente politica.

Dea Angerona

Egli sosteneva i populares guidati da Gaio Mario contro gli optimates, con a capo il potente patrizio Lucio Cornelio Silla. Oppure, c’è anche chi ha visto, in quella presunta rivelazione, un atto di tradimento. Plinio scrive: “… e quando Valerio Sorano divulgò il segreto religiosamente tenuto per il bene dello stato, presto ne pagò la pena. Sembra opportuno aggiungere a questo punto un esempio dell’antica religione istituita appositamente per infondere questo silenzio: la dea Angerona, alla quale viene offerto un sacrificio il 21 dicembre, è rappresentata sulla sua statua con una benda sigillata sulla bocca”.  Angerona è una dea tanto misteriosa quanto enigmatica, sulla quale poco si sa, ma è sintomatico dell’importanza di tacere in modo religioso. Angerona era appunto un’antica divinità alla quale era affidato il compito di custodire il nome sacro di Roma, e per questo raffigurata con una benda sulla bocca e un dito posto sopra di esso.

 
Quinto Valerio Sorano, pagò con la vita l’aver rivelato il nome segreto di Roma ultima modifica: 2024-06-04T07:00:00+02:00 da Redazione

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