La Pasqua degli antichi romani con il culto di Attis che muore e si rigenera- itFrosinone

itFrosinone

CULTURA LO SAPEVI CHE

La Pasqua degli antichi romani con il culto di Attis che muore e si rigenera

La Pasqua degli antichi romani - Attis in foto

La Pasqua degli antichi romani esisteva eccome. Più volte ho scritto di come la Chiesa cattolica abbia sostituito riti e festività romane con quelle cristiane. Il Natale ha sostituito il “sol invictus”, l’Assunta, il ferragosto romano, e ce ne sono molte altre ovviamente, oppure riscontriamo delle similitudini. Anche il velo da sposa e il rito delle nozze è romano.

La Pasqua degli antichi romani

Tornando alla Pasqua, in epoca romana esisteva il culto di Attis che era una divinità che muore e si rigenera. E agli occhi dell’italiano medio di oggi, ciò deve apparire come una delle più affascinanti storie, ovvero quella del bellissimo giovane amato da Cibele. Attis muore, ma dal suo sangue nasce nuova vita, e lui stesso si rigenera il che evoca e rimanda alla Pasqua cristiana.

La Pasqua degli antichi romani - Culto Di Attis a Pompei
statuine del culto di Attis di Pompei

Per gli antichi romani la sua figura era davvero simbolo di rinascita, come in una sorta di Pasqua prima della nascita di Gesù. In una cultura che sentiva profondamente il legame con la natura e i suoi cicli, vivendolo come sacro, non è un caso che gran parte della simbologia che oggi caratterizza le nostre festività pasquali, dall’uovo al coniglio, venga proprio da lì. Anticamente si dipingevano le uova di rosso e si dovevano cercare nell’erba. Vi ricorda qualcosa?

Cibele e Attis

Secondo la tradizione, Attis sarebbe nato dall’unione di una ninfa fluviale con uno dei figli di Zeus, Agdistis. Attis ermafrodito spaventava gli dei, che lo uccidono. Dal suo sangue si genera l’albero del melograno. La ninfa Nana, mangiando uno dei frutti, rimane incinta e da alla luce Attis. Bellissimo, il semi dio è allattato dalle capre e cresciuto dai pastori.

La Pasqua degli antichi romani - Santiario di Attis a Ostia
Santuario di Attis a Ostia

È qui che il mito di Attis incontra quello di Cibele, divinità altrettanto misteriosa. I due s’innamorano, e da questo amore nasce un figlio: un disonore troppo grande per la figlia di un re, il quale farà uccidere Attis lasciandolo insepolto. Morte e “resurrezione” tornano e questo il senso nascosto dietro a questo culto che nel I secolo si diffuse a Roma con una serie di rituali. Quello più famoso, e anche più “vicino” alla nostra Pasqua, è quello che si celebrava fra il 15 e il 28 di marzo.

Culto di Attis – La Pasqua degli antichi romani

Si tratta del Sanguem. La rievocazione della morte e della successiva rigenerazione della divinità anche in questo caso è legata alla sacralità del ciclo vitale della primavera e rinascita. Le festività per Attis duravano più di dieci giorni, e seguivano un rigido calendario di rituali: il primo giorno, attraverso la “benedizione” dei fusti di canna, si commemorava il ritrovamento di Attis bambino in un canneto. Seguivano sette giorni di digiuno, in attesa del giorno in cui celebrare la morte della divinità: venivano tagliati dei pini, alberi che nella tradizione romana erano simboli del dio, che venivano deposti ai piedi dell’altare della dea Cibele.

La Pasqua degli antichi romani - Statuina Di Attis in foto

Le cerimonie culminavano con il Sanguem vero e proprio, attraverso i sacrifici dei sacerdoti, che si ferivano intenzionalmente per spargere sull’albero sacro il proprio sangue. Il 25 marzo il dio si rigenerava e poi seguivano  le processioni gioiose, per celebrare la primavera e l’avvenuta rinascita.

La Pasqua degli antichi romani con il culto di Attis che muore e si rigenera ultima modifica: 2024-03-22T07:00:00+01:00 da simona aiuti

Commenti

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Promuovi la tua azienda in Italia e nel Mondo
To Top
0
Would love your thoughts, please comment.x