Ortensia avvocata pioniera ai tempi dei Romani- itFrosinone

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STORIA STORIE

Ortensia avvocata pioniera ai tempi dei Romani

Ortensia avvocata- Avvocata in foto

Ortensia avvocata vissuta nel  I secolo a.C. è stata un’oratrice romana, che oggi definiremmo “avvocata”. Figlia di Quinto Ortensio Ortalo e di Lutazia, Ortensia è quindi passata alla storia come una delle prime donne avvocato della storia

Ortensia avvocata

A Roma la vita delle donne era per lo più nelle mani degli uomini, tranne che per le Vestali, che erano potentissime e anche per le ricche vedove, che avevano grande libertà, ma non era scontata. Ci furono quindi delle eccezioni di donne che si sono distinte, rimanendo nella storia. La stessa Agrippina minore, madre di Nerone, ebbe un potere che forse nessun’altra donna ha mai avuto nella storia, su così tanti milioni di uomini e donne.

Ortensia avvocata - Seconda Avvocata in foto

Tornando a Ortensia, sappiamo che era figlia di Quinto Ortensio Ortale, celebre avvocato e rivale di Cicerone. Ortale aveva voluto per la figlia un’istruzione che in genere i romani riservavano ai figli maschi. Evidentemente il rivale di Cicerone, aveva visto nella figlia delle qualità innate. Si parlava a Roma delle capacità di Ortensia, le qualità e la sua competenza della legge, tuttavia non avrebbe potuto esercitare, le era vietato.

Ottaviano-Antonio-Lepido

Erano comunque note le sue capacità oratorie di cui si disquisiva, specialmente nell’aristocrazia romana. Alcune matrone, decisero come diremmo oggi, d’ingaggiarla e lo fecero quando si sentirono ingiustamente penalizzate da una decisione dei triumviri Ottaviano-Antonio-Lepido. Tale legge imponeva loro una forte tassazione. Le matrone sulle prime tentarono di intercedere attraverso le donne dei triumviri, ma con poco successo. A dire il vero nessun uomo aveva voluto assumere il loro patrocinio. Ortensia quindi le rappresentò in tribunale.

Ortensia avvocata - Oratrice in mosaico

Ortensia inizialmente ribadisce il fallimento dell’intercessione delle mogli dei triumviri, per legittimare la sua presenza nel foro. La sua orazione è considerata ancora oggi straordinaria non solo per l’eccezionalità dell’evento ma anche per le argomentazioni di cui Ortensia si servì. La tassa aveva il fine di rimpinguare le entrate per l’erario ma anche di ammonire e porre un freno al lusso che le matrone sfoggiavano con gioielli e abiti raffinati.

Marco Tullio Cicerone – Quinto Ortensio Ortale

Quando ebbe parola, Ortensia rimarcò quanto le donne romane avevano dato nel corso della storia a Roma. Al contempo fece notare lo stesso lusso che sfoggiavano anche gli uomini. Ortensia quindi dimostrò di essere un’abile avvocata. Usò le argomentazioni del diritto romano con dovizia. Secondo lei, se le donne non potevano avere accesso al potere ed alle cariche di magistratura, allo stesso modo non si poteva chiedere loro di pagare tasse per l’uno e per l’altro. Ortensia riuscì a vincere in parte la causa. Alla fine si tassò solo 400 matrone delle iniziali 1400.

Ortensia avvocata - Donna Romana con cuffietta in oro

L’evento fece scalpore, perché una donna era riuscita a far riconoscere le ragioni di altre donne davanti ad un tribunale maschile. Anche lo storico Valerio Massimo parlò di lei. Come accade oggi, liquidò la cosa dicendo in parole povere che “Ortensia aveva preso dal padre”. A dire il vero però, c’era stato anche un precedente.

Manilia II sec d.C. – Ortensia avvocata

Mi riferisco a Manilia, la cui storia è riportata nelle Notti Attiche di Aulo Gellio e risale al II sec. a.C. All’epoca, l’edile curule Ostilio Mancino, portò Manilia in tribunale, accusandola di averlo ferito, prendendolo a sassate. Manilia era un prostituta e si presentò in Senato senza avvocato, avendo deciso di difendersi da sola. La donna parlò con sicurezza davanti al Tribunale e riuscì a dimostrare che Ostilio Mancino, si era presentato a casa sua di notte bussando insistentemente al portone. L’uomo cercava di abbattere la porta, poiché lei non apriva. Fu allora che Manilia affacciata dalla finestra gli aveva lanciato un sasso, colpendolo alla testa. Il tribunale riconobbe le ragioni della donna respingendo ogni accusa .Ortensia però non fu l’unico esempio di donna avvocato. E’ esistita anche Mesia Sentinate e Gaia Afrania. 

Editto di Ulpiano

Però I romani, gelosi dei mos maiorum, vietarono alle donne di svolgere le attività maschili e in particolare il patrocinio legale. Un editto riportato da Ulpiano vietò alle donne di postulare pro aliis e di ricoprire qualsiasi altro ufficio civile e pubblico. Insomma, non avevano preso bene il fatto di essere stati messi all’angolo da una donna.

Ortensia avvocata pioniera ai tempi dei Romani ultima modifica: 2024-03-05T07:00:00+01:00 da Redazione

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