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Aglio rosso di Castelliri un’eccellenza locale che valica i confini ciociari

Aglio rosso di Castelliri - Aglio Rosso in foto

Aglio rosso di Castelliri, una coltivazione molto antica. Del resto sappiamo che un tempo, Castelliri comune del Circondario di Sora, che era Alta terra di lavoro, viaggiava attraverso molti canali. Arrivava a Roma, Napoli, Palermo. Un prodotto che non possiamo non consigliare caldamente!

Aglio rosso di Castelliri

Quest’eccellenza locale da secoli segue un commercio pingue, ed è arrivato probabilmente sulle tavole di tutta Italia, un po’ come l’aglio bianco del Polesine. Comunque, l’aglio rosso di Castelliri arrivava nelle capitali, facendo la fortuna di molte tavole, osterie, trattorie e gastronomie. Questo prodotto locale, si presenta appunto rosso, con forma ovale del bulbo e il colore biancastro.

Aglio rosso di Castelliri - Bistecca Con Aglio e pepe
bistecca condita con aglio

Il peso medio di una testa d’aglio è di circa 60 grammi. Il sapore è piuttosto acre, pungente e piccante, come del resto questo prodotto deve essere. La semina avviene tassativamente nel periodo che va dalla fine del mese di novembre, fino pressappoco all’inizio gennaio. La raccolta avviene sempre nei primi quindici giorni di giugno. I produttori locali sono molto orgogliosi di questo prodotto d’eccellenza locale e ne hanno motivo, poiché quest’aglio è molto saporito e così deve essere per dare personalità e carattere alle pietanze, sia ricche, sia povere.

Eccellenze ciociare

Come accennavo, la storia locale riguardo l’aglio è molto antica e sono davvero tante le testimonianze sia, orali, che fotografiche che documentano la storia di questa coltura a Castelliri. C’è molta cura ancora oggi nel voler rispettare gli stessi metodi di coltivazione, così come della lavorazione, fino alla conservazione del prodotto stesso. I produttori sanno che esistono tempi da rispettare, un micro clima, secondo la tradizione storica.

Aglio rosso di Castelliri- Locandina dei coltivatori
Locandina

Le piante ancora oggi, subiscono una sorta di bagnatura in tini di legno. Ciò  consiste nell’immersione delle code, ovvero le foglie per tutta una notte, prima di eseguire l’intrecciatura manuale. Abbiamo sempre visto nei mercati, specie tra le contadine, che vanno con le loro ceste colme di verdure, queste lunghe e ricche trecce d’aglio. Riguardo la produzione, esistono dei locali adibiti all’asciugatura e anche alla conservazione del prodotto prima della vendita.

Ricette italiane che contengono aglio

Oggi, il mercato di riferimento è prevalentemente locale, ma ovunque si sa che l’aglio che arriva dall’estero, sovente è di scarsa qualità. Ha un sapore indeciso, e non dà quel tocco necessario per alcune ricette tipicamente italiane che invece necessitano di un aglio “deciso”.

Aglio rosso di Castelliri - Tagliere con vari agli
tagliere

Ancora oggi, la coltivazione dell’aglio di Castelliri, ovvero di questa eccellenza locale, avviene sia in collina che in pianura. Non esistono latifondi o grandissimi appezzamenti di terreno, ma le terre interessate, sono sufficienti per un’ottima produzione. Inoltre, secondo il ciclo che segue l’agricoltura, la coltivazione, secondo la tradizione, torna su uno stesso terreno dopo 3 – 4 anni. La tradizione e la dedizione hanno dato infine i giusti frutti anche in termini di stima e riconoscimento. Al riguardo, negli ultimi anni, all’aglio rosso di Castelliri è stato assegnato il primo premio nell’ambito di una gara gastronomica della Nazionale italiana cuochi, tenutasi tempo fa a Liegi in Lussemburgo.

Aglio rosso di Castelliri un’eccellenza locale che valica i confini ciociari ultima modifica: 2023-05-04T07:00:00+02:00 da simona aiuti

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