Qualche anno fa, i più attenti ricorderanno la mia indagine per ricollocare nel tempo e nello spazio la statua del Dio Marte, ritrovata a Frosinone nel ‘700. Alla fine tra dubbi e incertezze, ho potuto vedere la statua “ciociara” che oggi si trova a Villa Albani a Roma. Eppure poco dopo la mia breve visita, la collezione archeologica privata, più importante al mondo, sembra non trovare pace.
Il Dio Marte di Frosinone
Ma facciamo un po’ d’ordine. Tutto iniziò dopo il trapasso del principe Alessandro Torlonia che non avrebbe mai immaginato di vedere i suoi eredi davanti a un giudice per spartirsi i beni di famiglia. Il contenzioso iniziò a dicembre del 2017 quando morì proprio il principe Alessandro. Il testamento, non aveva convito Carlo che decise d’impugnarlo e di portare Paola, Francesca e Giulio in tribunale.
Sul piatto non c’erano le tanto sudate terre che i Torlonia, che hanno ceduto ai braccianti del Fucino, ma abitazioni, ville storiche, opere d’arte e marmi. Il primogenito decise di bloccare tutto perché voleva evitare che il patrimonio di famiglia fosse spacchettato, venduto e disperso. Sembra, infatti, che la collezione di oltre 630 statue greche e romane. Si temeva che la collezione, potesse essere venduta in parte al ministero dei Beni culturali e in parte all’americano Getty Museum.
Villa Albani
Per chiarezza, oggi Villa Albani fa parte di una fondazione. In ballo, poi, c’era anche il futuro della Banca del Fucino che porta il nome dell’antico lago prosciugato dalla famiglia Torlonia. Anche delle importanti abitazioni come palazzo Torlonia di Via della Conciliazione, Villa Torlonia, già Villa Albani, Villa Delizia Carolina e terreni. La banca è stata ceduta. Il giudice Fulvio Vallillo, dell’VIII sezione del Tribunale civile di Roma, dopo aver sollevato dubbi anche su una fondazione Torlonia nata un po’ frettolosamente alla quale sarebbero passate le opere di famiglia, bloccò tutto in vista di un chiarimento.
Intanto i figli Carlo, Paola, Francesca e Giulio Torlonia sembra abbiano smesso di contendersi l’eredità. L’oggetto del desiderio era la più grande collezione privata al mondo. Un patrimonio inestimabile. Anche di marmi per i quali perfino Silvio Berlusconi avrebbe pensato di sborsare 125 milioni di euro al fine di regalarli allo Stato italiano.
Archeologia a Frosinone
Queste opere sono ancora conservate nell’oblio dorato delle dimore storiche dei Torlonia. La statua che interessa a noi, è però a Villa Albani. In ultima analisi, nel provvedimento di dissequestro dell’aprile 2019, il tribunale concluse che non c’erano state né violazioni di diritto, né lesione della quota di legittima, né il rischio di danni irreparabili al patrimonio. Anche perché, era stato precisato, l’inventario dei beni e la sospensione di ogni fusione societaria già in vigore erano sufficienti a salvaguardare il tesoro dei Torlonia.
Insomma la montagna ha partorito un topolino ed è finito tutto bene. Comunque la statua del dio Marte non è alla Lungara, ma a Villa Albani, in un porticato dove io l’ho vista. E noi lì un pezzettino d’interesse ce l’abbiamo, ovvero la statua del dio Marte. Ad alcuni importerà poco, ma non ai cultori della storia locale frusinate.
Fondazione Torlonia – Il Dio Marte di Frosinone
Orbene alla fine si è fatta chiarezza. Le opere sono state sbloccate e c’è stata anche una storica mostra a Roma. Una raccolta di opere unica al mondo, conservata tra l’altro per gran parte nel palazzo di via della Lungara. Un luogo così impenetrabile dall’esterno da convincere molto anni fa l’archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli a travestirsi da scopino per ammirarla. Dopo periodi di chiusura, è possibile accedere, ma con un filtro a maglie molto strette. A bocce ferme, non ci dispiacerebbe avere a Frosinone in prestito la statua del Dio Marte per una mostra, o sbaglio? Potremmo chiedere alla fondazione d’averla in prestito per esporla a Palazzo Munari? Io dico che sarebbe fantastico e niente affatto impossibile. Del resto perché non portare in a Frosinone il dio Marte” per una rimpatriata?
Fonte foto – Simona Aiuti
