La pizza nel Lazio, le cui origini, sono davvero antichissime e possono svelarsi in modo anche piuttosto sorprendente e interessante. Dopotutto un po’ tutti i risvolti della cultura italiana, legata alla cucina, sono estremamente ricchi di storia; considerando che esistono ricette tramandate dagli antichi romani.
La pizza nel Lazio
Proprio ai tempi dell’antica Roma; i contadini, avevano la maestria di saper incrociare diversi tipi di farro. Il termine farina deriva quindi da “far”, che in latino vuol dire proprio farro. Impastavano la farina di frumento macinata con acqua, erbe aromatiche e sale. Ne derivava una focaccia rotonda che cuoceva sul focolare. Nasce così l’embrione della pizza.
Nondimeno, troviamo il termine “pizza” in un documento antico di Gaeta che risalirebbe al latino volgare. Siamo nel 997 e si parla di un compenso per un contratto d’affitto di un mulino situato nel territorio dell’attuale Comune di Castelforte. La parola “pizza” ritorna poi in un altro contratto datato 1195 e redatto a Penne, in Abruzzo. Poi in un altro contratto di locazione del 31 gennaio 1201 a Sulmona. Ritroviamo anocora il termine in documenti della Curia Romana del 1300, dove si parla di “pizis” e “pissas”.
Regina Margherita di Savoia e la pizza nel Lazio
Si tratta di prodotti da forno, specie in Abruzzo e Molise. Arriviamo poi al XVI secolo a Napoli con un pane schiacciato, chiaramente denominato pizza ; derivante dalla storpiatura della parola “pitta”. Nel 1535, il poeta e saggista Benedetto Di Falco dice che la “focaccia, in Napoletano è detta pizza”. Nel corso del XVI secolo invece; l’olio d’oliva inizia gradualmente a prendere il posto dello strutto, e si aggiunge formaggio con erbe aromatiche. Infine fa la sua entrata trionfale il basilico.
Nel 1600 possiamo dire di trovarci nel pieno della storia moderna della pizza. Parliamo di pasta per pane cotta in forni a legna, condita con aglio, strutto e sale grosso. Oppure, nella versione più “ricca”, con caciocavallo e basilico. Con la scoperta dell’America, poi, arriva il pomodoro anche in Italia e tutto cambia gusto. Il pomodoro in cucina si usa come salsa cotta con sale e basilico.
Mozzarella e basilico
Nell’ottocento arriva la mozzarella e la pizza approda sulle tavole delle classi modeste. Ma anche dei nobili; tanto che finisce sulle tavolate durante i ricevimenti dei Borboni. Ferdinando IV la fa cuocere nei forni di Capodimonte. Questo è un aspetto non marginale, poiché per la prima volta una pietanza abbatte le differenze sociali. Si tratta di una vera rivoluzione, se pensiamo che da sempre le pietanze luculliane, distinguevano i potenti dai poveri, abituati a pasti frugali e cibi semplici.
In ogni caso, la prima ricetta della pizza così come la conosciamo oggi, è in un trattato del 1858 a Napoli. All’epoca, Francesco De Bourcard in “Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti”; cita l’antesignana della pizza Margherita con mozzarella e basilico. Il pomodoro, poi, è qualcosa di ancora facoltativo. Infine, alla fine dell’Ottocento la pizza arriva in America con l’emigrazione verso New York dove a Little Italy.
Little Italy
L’imprimatur ufficiale per la pizza arriva infine nel 1889, con la visita del re d’Italia Umberto I e della regina consorte Margherita di Savoia a Napoli. Durante una passeggiata, i regnanti si trovano proprio davanti a Raffaele Esposito, il miglior pizzaiolo dell’epoca; proprietario della storica pizzeria Brandi, nata nel 1780. Abile nel maneggiare le farine, Esposito realizzò per la i sovrani, la pizza alla Mastunicola; con strutto, formaggio e basilico.
Poi la pizza alla Marinara con pomodoro, aglio, olio e origano. Infine la pizza con pomodoro e mozzarella e basilico. La sovrana apprezzò così tanto quest’ultima tricolore, che il pizzaiolo chiamò quest’ultima “margherita”. La sovrana ringraziò ed elogiò il pizzaiolo che l’aveva realizzata mandandogli un documento iscritto di suo pugno. Nasceva così la Pizza Margherita.
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