Vincere è l’unica cosa che conta, addio a Giampiero Boniperti - itFrosinone

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Vincere è l’unica cosa che conta, addio a Giampiero Boniperti

Gianpiero Boniperti

Vincere è l’unica cosa che conta. Anzi alla Juve vincere non è importante, è l’unica cosa che conta. Questo l’aforisma principe di Giampiero Boniperti. E noi caro Presidente, non ti dimenticheremo mai. Muto resta il tuo studio in fondo al corridoio nella sede di Galleria San Federico, il salotto di Torino. 

Vincere è l’unica cosa che conta

Giampiero Boniperti ci ha lasciati e da oggi le tribune non saranno più le stesse, un posto resterà vuoto, perché uno degli uomini più incisivi e di carattere che il calcio italiano abbiamo mai avuto, non c’è più. Eri il sale della terra, un esempio e nessuno potrà mai prendere il tuo posto.

Vincere è l’unica cosa che conta - Del Piero E Boniperti con la fascia
fonte foto- pag Facebook Del Piero

Sei andato a ricomporre la “triade”, ricongiungendoti con Sivori e Charles, perché voi eravate imbattibili, anche se incredibilmente diversi l’uno dall’altro. Solo tu presidente riuscivi a ricondurre a più miti consigli Omar Enrique Sivori, il “gauco”; così sanguigno da combinarne di ogni. Era ingestibile per tutti Sivori, ma non per te e per Charles. Insieme riuscivate a smuovere uno stadio intero, trascinandolo. A volte, eri già un dirigente in campo, gli mollavi due schiaffi a Omar e lui ascoltava solo te. Grande la tua ammirazione per il football britannico, per il coraggio, l’altruismo, la determinazione.

Vincere è l’unica cosa che conta alla Juventus

Soprattutto lo rispettavi perché ogni contenzioso si chiudeva con la conclusione del match.178 gol e una valanga di coppe non ti hanno snaturato caro “Giampi”, così negli anni 80’ si chiamava il pupazzetto mascotte ispirato alla tua figura. Sei sempre rimasto quel ragazzo di origini contadine, che come premio partita, si faceva regalare delle mucche per la stalla di famiglia.

Vincere è l’unica cosa che conta - Del Piero E Coppa Del Mondo a Tokio

Quella spina dorsale diritta tipica dei piemontesi non ti ha mai fatto difetto. Quando hai deciso di appendere gli scarpini al chiodo, piuttosto presto, non hai mai più dato un calcio ad un pallone e sei stato di parola. Tuttavia apparivi generosamente sulle pagine di Hurrà Juve, la rivista ufficiale fondata da Emilio Fede. Eri un predestinato, forse prediletto, perché eri una colonna ed eri tra quelli che l’avvocato Agnelli chiamava intorno alle 6.30 del mattino. Sfuggente come un’anguilla in campo, lo eri anche con i giornalisti che ti marcavano.

Giampiero Boniperti

Restavi allo stadio solo per il primo tempo, ti bastava e poi via di corsa, perché era il tuo stile. Fino in vecchiaia, hai continuato agile a fare la “capriola sulla scrivania”, incredibile! Come dirigente il fiuto non ti ha fatto difetto e una delle tue perle migliori è stata portare alla Juve il “pallone di palatino”, ovvero Alessandro Del Piero. Hai vinto tutto, ma davvero tutto, attraversando i momenti peggiori del calcio italiano, che per te è sempre rimasto in bianco e nero, cioè da vivere con stile.

Vincere è l’unica cosa che conta - Umberto Agnelli E Boniperti dopo la coppa Italia

Era la squadra che contava, quella che andava in campo e con te i nuovi acquisti erano disposti a firmare un contratto in bianco e lo hanno fatto davvero. Era il minimo pur di diventare uomini della “vecchia signora”. Lo stile Juve non si discuteva e i ragazzi dovevano presentarsi con i capelli corti, niente orecchini, ninnoli e stravaganze.

Coppa del Campioni ‘85

Sotto la tua dirigenza sono passati i campioni del mondo, da Zoff, Cabrini, Rossi, Tardelli, Causio, Cuccureddu, Furino, Tacconi, Brio, Bonini, Bodini o Scirea. Già, eri distrutto per Gaetano. Eri stato tu ad insistere con Scirea, il vice Zoff, affinché andasse a rivedere il Gornik; la squadra polacca che la Juve avrebbe affrontato pochi giorni dopo nel primo turno della coppa Uefa. Hai tenuto sotto la tua ala Francesco Michel Platinì, Laudrup, Gentile, Brady, vincendo tutto.

Logo - Logo Juve con tre stelle

Oggi i nostri cuori sono spezzati, così come lo sono quelli delle grandi tifoserie, i Drughi, i Fighters, Indians, Vikings e milioni non solo in Italia, ma nel mondo. Hai incarnato la Juventus, la storia ed il sentimento, tant’è vero che quando, in occasione del centenario del club fu chiesto all’avvocato Agnelli chi fosse stato il giocatore più juventino di sempre, la sua risposta arrivò senza esitazioni: “Nessun dubbio, Boniperti”. Addio presidente!

Vincere è l’unica cosa che conta, addio a Giampiero Boniperti ultima modifica: 2021-06-19T06:00:00+02:00 da simona aiuti

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