Gneo Petreio, centurione originario di Atina, esempio di coraggio e valore - itFrosinone

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PERSONAGGI STORIA

Gneo Petreio, centurione originario di Atina, esempio di coraggio e valore

Gneo Petreio- con lo sfondo di Atina

Gneo Petreio visse nel I sec. a.C. ed è stato un militare romano di grande valore nato ad Atina che oggi ricade nella provincia di Frosinone. Del resto tutta la gens petreia è nativa di Atina. Le uniche notizie sulla sua vita ci arrivano da Plinio il Vecchio nel XXII libro della Naturalis Historia.

Gneo Petreio

Secondo Plinio, Gneo Petreio ricevette l’onorificenza della corona di gramigna o erba, per un grande atto d’eroismo durante la Guerra contro Cimbri e Teutoni. Partendo da modeste possibilità economiche, Gneo entrò comunque nell’esercito distinguendosi per audacia, valore e lungimiranza militare. Dopo la nomina a centurione, arrivò a diventare capo di tutti i centurioni ed era l’unico dei centurioni ad accedere al gabinetto di guerra di una legione. Gneo quindi l’equivalente moderno di un alto ufficiale dell’esercito. Insomma, era uno che si era fatto da solo.

Gneo Petreio- Centurione cartoon

Il “Primus Pilus” era di norma l’ufficiale più anziano che conquistava quel titolo con il suo coraggio e le sue azioni sul campo. Il che ci fa supporre che Gneo Petreio, di meriti ne abbia ottenuti molti e si evince che i suoi uomini si fidassero di lui ciecamente. Proprio Plinio il Vecchio ci racconta che Gneo , grazie ad un’azione pericolosa, ottenne l’ambitissima corona d’erba.

Plinio il Vecchio

Tale corona era riservata solo a pochissimi. Accadde, durante una spedizione contro i Cimbri nelle foreste svizzere. Il centurione fece presente al comandante della legione che secondo lui si stavano dirigendo verso un’imboscata fatale, ma il comandante non gli diede ascolto. Le legioni romane si stavano addentrando all’interno delle pericolose foreste svizzere.

Gneo Petreio- Atina con un centurione

Erano territori quasi inesplorati e i terreni impervi rendevano difficile la marcia dei soldati. Al contrario, i nemici, si nascondevano bene nella boscaglia, arrampicandosi anche sugli alberi, rendendosi quasi invisibili. Secondo lui, infatti, il tranello sarebbe scattato proprio dove la boscaglia si faceva più fitta. Le rimostranze di Gneo, furono disattese, probabilmente per rancori personali. Provocava livore quanto il valoroso ciociaro fosse amato dai suoi uomini. In un attimo Petreio decise di uccidere il suo superiore e di prendere il comando della legione. In pochi secondi Petreio decise di estrarre il gladio e trafisse il suo comandante.

Esercito romano

Riuscì però appena in tempo a far schierare la legione e a tenerla pronta per l’attacco dei Cimbri che arrivò poco dopo. Grazie alla sua prontezza e al suo coraggio la legione sconfisse così i nemici. I legionari di Gneo si fidavano ciecamente.

Gneo Petreio- Corona Di Gramigna in foto

Non fiatarono e seguirono i suoi ordini. Egli ordinò d’arretrare e prepararsi alla battaglia. Le sue azioni furono provvidenziali, poiché da lì a poco iniziarono a risuonare le urla selvagge dei germani. Il nemico uscì allo scoperto, ma i romani  resistettero all’assalto. Portarono i Cimbri in un terreno aperto dove fu possibile schierarsi e sviluppare la potenza dell’esercito romano. Gneo vinse e di fatto salvò l’esercito. Petreio tuttavia sapeva che la pena per chi si ribellava a un superiore sarebbe potuta essere la morte per bastonate per mano dei propri commilitoni. Il valente soldato tornò a Roma, temendo per la sua vita.

Corona d’erba – corona ossidionale – Gneo Petreio

Seguì un processo che vide le testimonianze di tutti i soldati che difesero strenuamente Gneo Petreio per le sue intuizioni che avevano permesso di salvare l’esercito. I magistrati infine decisero addirittura di premiarlo con la prestigiosissima Corona d’erba. Tutta Roma applaudì la sua scelta ardita, e la sua stessa casata si congratulò con lui per aver portato fama e prestigio. La corona, realizzata da un serto d’erba o da fiori selvatici intrecciati, rigorosamente raccolti dove si era svolta la battaglia era il suo dono. Riprendeva l’antico costume pre romano, di donare una manciata d’erba del campo di gara, al vincitore delle gare d’atletica. Quindi il Senato superò le invalicabili leggi militari, per onorare un soldato. Egli aveva salvato un intero esercito. La corona d’erba, solo in apparenza povera, portava grandi vantaggi e doni, sia dal popolo, ma anche da parte dei ricchi.

Gneo Petreio, centurione originario di Atina, esempio di coraggio e valore ultima modifica: 2023-10-05T07:00:00+02:00 da simona aiuti

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