Ricostruzione facciale di Cleopatra, donna controversa nella storia, ma condannata storicamente da due “ciociari” e uno dei due, fu artefice della sua fine. Nel Lazio Cleopatra è rimasta poco più di un anno e mezzo, ma le è bastato ad esempio per essere detestata da Cicerone, che era una voce autorevole.
Ricostruzione facciale di Cleopatra
E’ certo però che la regina d’Egitto ha lasciato il segno. Intanto arriva nell’Urbe in pompa magna, con una corte mai vista e anche Cesare di cui era l’amante ufficiale, spese cifre folli per accontentarla. Il motivo ufficiale della visita era per suggellare un’alleanza politica. Tuttavia, la regina aveva appena partorito Cesarione, avuto appunto da Cesare. Sicuramente la regina fece scalpore arrivando e sfilando con il più grande corteo mai visto, con elefanti, ragazze con trasparenti abiti in seta, canti e balli. Portava carri di doni e molte immagini della dea Iside.
Si acquartierò negli Horti di Cesare, in una villa lungo Trastevere, alle pendici del Gianicolo. Quel luogo diventò una corte reale. Vi risiedevano 200 dignitari, 30 cortigiani, il corpo armato della Guardia reale, oltre ad ancelle e servi. I poeti forse per piaggeria definivano la regina bellissima. Racconta Lucio Apuleio che indossava solitamente una conturbante tunica di lino.
Cicerone e Ovidio contro la regina d’Egitto
Aveva anche vesti elaborate, ma molto discinte rispetto alle vesti romane. Alla Corte risiedevano anche mimi e attori, tra i quali Publio Siro, e lo scultore greco, Arcesilao, che fuse in auricalco una statua della regina nelle vesti di Iside. Tra i personaggi pubblici agli Horti, erano frequentatori abituali Bruto, Antonio e il giovane Ottavio, che non apprezzava la situazione.
Il grande assente dalla Corte di Cleopatra era Cicerone, che non apprezzava tanta libertà muliebre né tutto quello sfarzo che costava. Nell’Urbe si mormorava anche per aver concesso a una straniera onori regali, e per averle riconosciuto lo status divino di reincarnazione di Iside. Di questa corte rimangono oggi solo i racconti degli artisti e delle personalità che la frequentarono. Da occidentali, i romani erano colpiti da questa ventata di esotismo. La giovane regina d’Egitto divenne ben presto protagonista dei salotti romani.
Horti di Cesare
Influenzò la moda indossando conturbanti vesti in lino che ricordavano molto quelle delle sacerdotesse egizie. Lanciò anche l’uso di acconciarsi i capelli con lo chignon, da lei ideato. Introdusse il culto di Iside, che molti romani accolsero attratti dall’esotismo. Cesare in persona le dedicò anche una statua raffigurante la Venere Genitrice che aveva le sue sembianze. Inoltre gran parte del territorio si riempì di immagini della regina.
Un suo mezzo busto è anche conservato nel castello di Fumone, riconoscibile dalle aspidi e quindi postumo. Incantevole è un affresco scoperto a Pompei, con occhi del tutto simili a quelli delle ricostruzioni facciali, che raffigurerebbe proprio Cleopatra. Anche se sicuramente la sua bellezza risiedeva più nell’acume, nell’intelligenza e nelle sue abilità. Cleopatra trattata come una dea, forse si sentiva la compagna ufficiale di Cesare, ma sbagliava. Cesare era sposato con Calpurnia Pisone e aveva contratto altri matrimoni, per la sua carriera.
Calpurnia Pisone moglie di Cesare
Inoltre a Roma c’era Servilia, madre di Bruto, che Cesare conosceva da quando entrambi erano bambini. Egli pur avendo avuto molte donne e anche uomini, aveva amato probabilmente solo Servilia e ogni volta che ricompariva a Roma dopo una guerra, era soprattutto da lei che tornava. Comunque Cleopatra conobbe alcuni nostri conterranei, come accennavo Cicerone, che la detestava profondamente. Anche Orazio la detestava non poco. Tra i poeti che frequentavano la corte della regina, troviamo Sallustio, Asinio Pollione, Lucio Apuleio, Virgilio.
La regina sembrava vivere un sogno, ma dopo il 44 a.C. Con l’assassinio di Cesare, tutto si spezzò. Cesarione non era nel testamento del padre, forse perché Cesare, quindi la regina, delusa, decise di tornare nella sua Alessandria. Cesarione in ogni caso, secondo i calcoli del padre, sarebbe stato utile per assicurarsi il controllo dell’Egitto, ma era ancora un bambino.
Lucio Munazio Planco – ricostruzione facciale di Cleopatra
Cleopatra probabilmente aveva creduto che il bambino le sarebbe potuto servire per farla diventare la moglie ufficiale di Cesare. Evidentemente la giovane sovrana, non conosceva bene Cesare, che era eccentrico, eclettico e imprevedibile. Così il barcone di Cleopatra all’àncora nelle darsene, presso l’odierno Ponte Marconi, riprese la via del Mediterraneo. Tempo dopo tra corsi e ricorsi storici, la regina aveva avuto altri figli con Marco Antonio, totalmente irretito da lei. E’ qui che entra in gioco un grandissimo guerriero ciociaro, Lucio Munazio Planco, che fedelissimo a Roma, tornando, dice a Ottaviano Augusto che Antonio era un giocattolo nelle mani della donna. Augusto, che non vedeva l’ora di togliersi dai piedi Antonio, andò dalle vestali, che custodivano il testamento di quest’ultimo, che però non erano tenute a consegnarglielo. Tuttavia così come avevano amato Cesare, allo stesso modo riversavano quest’affetto sul di lui figlio adottivo.
Ottaviano Augusto
Gli consegnarono il documento che una volta letto in Senato, fu l’inizio della fine di Antonio e Cleopatra, poiché le parole di Planco, si erano rivelate del tutto veritiere. I due amanti, nulla poterono davanti all’esercito di Roma.
