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MITI E LEGGENDE STORIA

I Volsci affascinanti e misteriosi, sopravvivono nel nostro DNA

I Volsci - Camilla regina dei Volsci

I Volsci ci hanno lasciato poche tracce, alcune scoperte negli ultimi anni. Antichissimo popolo italico di lingua indoeuropea che di fatto vissero su queste terre migliaia di anni fa. Sappiamo che scorrazzarono qui nel basso Lazio, perché oltre la storia, il mito del loro coraggio sopravvive. Basti pensare a Privernum e alla nostra progenitrice, la mitica regina Camilla.

I Volsci

Di loro si dice che furono dei grandi guerrieri, forse i più grandi della loro remota epoca. Vivevano di pastorizia e agricoltura e lo fecero a lungo una vasta area dell’Appennino centrale. Gli indizi dicono che restarono sui monti, fin quando non emigrarono verso l’area molto ricca di minerali del ferro e del rame del Lazio circostante i monti Lepini ed Ausoni, ove s’insediarono nel V secolo a.C. Tra i documenti rarissimi che li riguardano, abbiamo la “Tabula Veliterna”, una piccola lamina di bronzo, scoperta a Velletri alla fine del ‘700 vicino una chiesa.

I volsci - Necropoli Di Frosinone in foto
reperti di Frosinone

L’iscrizione è in lingua volsca, ma vergata con alfabeto latino. Il testo riguarda una prescrizione rituale da esplicare verso la dea Declona. La tabula indica anche l’esistenza nell’ambito amministrativo – politico di due “meddices”, ovvero magistrati. Ciò dimostrerebbe l’esistenza di un’organizzazione politico sociale raffinata, in contrasto con l’immagine del popolo rozzo e selvaggio che la letteratura rimanda.

Camilla regina dei Volsci

Abbiamo anche l’accetta di Satricum, miniaturizzata e di piombo. Quest’ultima rinvenuta negli anni ’80 del ‘900 in una necropoli volsca. Faceva parte del corredo funerario di una tomba. Viste le sue dimensioni, forse aveva una funzione simbolica. Sopra c’è un’iscrizione che riguarderebbe l’appartenenza dell’oggetto. Tra gli altri, Plutarco ci dà delle informazioni sui Volsci. Parlando dei primi anni della Repubblica Romana e di Valerio Poplicola, Coriolano e Camillo. Catone parla della presenza dei Volsci nell’Agro pontino, a Priverno, citando la cacciata di Metabo, padre di Camilla. Così come parla della dimensione campestre della popolazione volsca, che tradizionalmente si colloca sempre sui monti.

I volsci - immagine ideale di re Metabo

Anche Strabone parla di questo popolo nel Lazio prima dei romani. I Volsci poi avevano l’uso di cremare i defunti e probabilmente erano molto più organizzati ed evoluti rispetto a come la tradizione rimanda. Presumibilmente si sovrapposero a genti indigene insediate già nel Lazio dai tempi più antichi.

Re Metabo

Precisamente i Latini o Prisci nelle zone del Latium vetus, gli Ausoni e gli Aurunci nel Latium adiectum. Poi, attraverso le valli appenniniche, come quella del Liri, raggiunsero il Tirreno, dominando un territorio aspro e selvaggio. Nel tempo diedero luogo a due entità, ovvero i Volsci ecetrani (abitatori dell’interno, con capitale Ecetra, e dei Volsci anziati (lungo la costa tirrenica, con capitale Antium). L’Agro Pontino era fertilissimo al tempo dei Volsci e ancor prima al tempo degli Etruschi.

I Volsci - Reperti della necropoli di Frosinone
reperti emersi a Frosinone

Appresero l’arte della “canalizzazione ” e dello “scorrimento delle acque” proprio dagli Etruschi. Ed in effetti i Volsci producevano grano in abbondanza, in tale quantità che potevano vendere grano alla stessa Roma. Successivamente i Romani s’impadronirono del loro territorio. Parallelamente, nuovi significativi ritrovamenti in Ciociaria hanno aperto la possibilità di un’analisi di maggior respiro. Decisiva è stata la scoperta di due vaste aree di necropoli a Frosinone.

Necropoli volsca

Hanno consentito di saldare la cesura di documentazione. Frosinone in quanto capace di estendere tale saldatura. Complessa è l’analisi dei dati restituiti da Frosinone, che indicano fra l’inizio dell’età del Ferro e la romanizzazione, la presenza di più aree insediative. Anche di diverse necropoli, dislocate sia sulle pendici del colle sia nella sottostante pianura del Sacco. Mentre il nucleo di sommità, era quello che probabilmente verrà fortificato con le mura in opera quadrata successive alla conquista romana, ora non più visibili. Le aree di pendio hanno evidenziato in varie occasioni importanti presenze riferibili ad insediamenti preromani e romani. Gli scavi hanno interessato l’attuale viale Roma intensamente occupato dal periodo protostorico fino ad età romana.

Satricum

Sono emerse tracce di attività artigianali, forse connesse con una connotazione. Sono emerse 48 tombe a fossa. Le più antiche sono databili almeno all’inizio del VI sec. Ciò conferma la continuità di utilizzo. I corredi,  sono composti sia da un ricco repertorio ceramico. Oggi quindi sappiamo molto di più di questo antichissimo popolo che sopravvive nella parte più intima del nostro DNA.

I Volsci affascinanti e misteriosi, sopravvivono nel nostro DNA ultima modifica: 2024-01-29T07:00:00+01:00 da Redazione

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