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MEMORIA VALORI

Infoibati di Frosinone, una tragedia nell’oblio che la comunità “rammenta”, “rammendando il tricolore”

Infoibati di Frosinone - Istria ed esule

Infoibati di Frosinone, esuli, donne violate, per questi motivi e per molto altro, ogni 10 febbraio, ci ritroviamo, sempre con maggior fervore. Ricordiamo il martirio subito da fiumani, istriani e giuliano-dalmati ad opera delle bande comuniste di Tito. Sembra incredibile ma nelle Foibe finirono anche molti ciociari.

Infoibati di Frosinone

L’Italia cedette alla Jugoslavia circa 10.000 chilometri quadrati del proprio territorio, mentre gli esuli, circa 250.000 si misero in cammino. Molti di questi si diressero nelle zone di Trieste, Udine e Gorizia ove rimasero in circa 70.000. 120 furono i CRP sparsi in tutta Italia che accolsero chi era in fuga. Non possiamo poi non rammentare le violenze terribili contro le donne, come Norma Cossetto che è diventata un simbolo.

Umberto Zaino 720x686
Umberto Zaino e Adriano Raimondo

Violentata e uccisa finì in una foiba e molti anni dopo, la sorella ebbe nelle sue mani la medaglia al valor civile, consegnata dal presidente Ciampi. Meno nota, ma affine, il caso di Jolanda Dobrilla, che subì un martirio simile. Orbene, tantissimi gli italiani finirono scaraventati nelle foibe tra il settembre del 1943 e il maggio-giugno del 1945. Mentre in 350 mila in fretta dovettero abbandonare quelle terre.

Norma Cossetto – Jolanda Dobrilla

Tantissimi, gettati a migliaia nei profondi dirupi, morti nei campi di concentramento titini o costretti ad abbandonare la propria casa, elevano dal buio un grido muto. Quell’urlo si aggrappa a un tricolore sfilacciato che tocca a noi rammendare. Grida chi, con le lacrime agli occhi e con la morte nel cuore, al  momento di partire, ha preso un pugno di terra istriana o giuliana per non dimenticare le proprie radici.

Infoibati di Frosinone - Jolanda Dobrilla martire
Jolanda Dobrilla

E poi cadde l’oblio, che ha avviluppato con le sue spire la memoria, soffocandola. 1048 per l’esattezza sono stati gli italiani, militari e non, infoibati dai comunisti slavi. Il numero lo estrapolò una studiosa slovena, Natascha Nemec. In quelle voragini, caddero anche alcuni frusinati, ma perché non se ne parla mai? E’ nostro dovere ricordarli. Cadde ad esempio Emilio Adamo, nato a Ripi il 26 agosto del 1904, agente di pubblica sicurezza che prestava servizio nella questura di Gorizia.

Foibe cavità carsiche

Il 10 febbraio del 2007 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha consegnato ai suoi parenti una medaglia d’oro. Poi abbiamo Adamo Adamo, Anch’egli guardia scelta di pubblica sicurezza. Angelo Dell’Orco di Alatri, Guardia scelta di pubblica sicurezza. Anche lui arrestato con i precedenti colleghi e deportato. Fu arrestato e sparì nel nulla Felice Gavallotti, nato ad Arpino nel 1908.

Infoibati di Frosinone- Vittime .delle foibe viale

Era un ingegnere che lavorava a Udine. Loreto Massimi, nativo di Frosinone, Bersagliere in forza all’VIII, come Adriano Raimondo, nato a Coreno Ausonio il 23 novembre del 1922, finanziere, sparirono nel nulla. Alcuni subirono solo un colpo di pistola e poi scomparvero nelle foibe. Alcuni furono legati vivi con una corda a un cadavere e scaraventati nelle voragini. Poi ancora abbiamo Gerardo Savo Sardaro, nato a Torrice il primo maggio del 1922. Guardia di pubblica sicurezza a Gorizia, lo arrestarono e sparì nel nulla.

Campo profughi delle Fraschette – Infoibati di Frosinone

Inoltre Francesco Sperduti nato a Frosinone il 6 marzo del 1924, Guardia di pubblica sicurezza prestava servizio a Fiume. Ruggiero Travaini o Trovini, della provincia di Frosinone, tenente dell’VIII reggimento dei bersaglieri, scomparvero senza lasciare traccia. Nel giro di pochissimo tempo, tutti i bersaglieri italiani finirono giustiziati nell’alta valle dell’Isonzo, oggi in territorio sloveno, nella parte alta del corso del fiume. Umberto Zaino di Broccostella, Guardia di pubblica sicurezza anche lui, svolgeva servizio presso la Prefettura di Fiume e fu giustiziato dai titini.

Lapide - Foibe istriane

Esiste una testimonianza di tale Attilio De Arcangelis, di Arpino, che prigioniero dei tedeschi fu rinchiuso nel carcere di Pola da dove evase nell’aprile del 1945. Di nuovo catturato ma dalla milizia slava, imbarcato sulla motocisterna “Lino Campanella”, in navigazione la nave urtò una mina. Annaspando in mare, i titini spararono uccidendo molti uomini, ma lui si salvò.

Esuli Giuliano-Dalmati

Chi non finì nelle foibe e lasciò quei territori, subì una sorta di diaspora. In provincia di Frosinone arrivarono molti profughi, dove maggiormente è stato attivo il campo delle “Fraschette”. Il campo ha ospitato nel dopoguerra, molti degli esuli Giuliano-Dalmati.

rocce - Il Dramma Delle Foibe

Nel Lazio, i profughi raggiunsero anche Latina, Roma, Sabaudia, Civitavecchia, Farfa. In ultima analisi, emerge quanto conti “rammendare” quel tricolore e “rammentare”, restituendo dignità e farlo educando soprattutto le nuove generazioni, poiché nascondere pagine di questa storia, crea altre voragini che non possiamo permetterci più.

Infoibati di Frosinone, una tragedia nell’oblio che la comunità “rammenta”, “rammendando il tricolore” ultima modifica: 2024-02-09T15:35:54+01:00 da Redazione

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