La Rocca di Frosinone affiora rarefatta dalla leggenda - itFrosinone

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EDIFICI STORICI STORIA

La Rocca di Frosinone affiora rarefatta dalla leggenda

La rocca di Frosinone - La Rocca Di Frosinone ricostruita

La Rocca di Frosinone, e il suo ricordo, sono andati quasi perduti, diventando screpolata leggenda. Eppure all’ombra di quel troneggiante campanile, affiora una sagoma tremolante come se fosse sul fondo d’uno specchio d’acqua.

Rovine

Il De Mattheis colloca Frosinone tra le città ciociare più antiche del Lazio, e “Bellator Frusino” era considerata incredibilmente “dura” e indomabile. Abbiamo dati certi della grande fortificazione posta a difesa sul colle dal 1323 al 1324. Anche Tito Livio, si occupò di Frosinone antica, narrando di alcuni “prodigi” riguardanti la rocca che sarebbe stata gravemente danneggiata da una pioggia di fulmini. “Murus aliquot locis, et porta de coelo tacta, in Palatio lapidibus pluit”. 

La Rocca di Frosinone

Risulta dall’Archivio Vaticano, introitus et exitus 121, riguardo un restauro della Rocca; che il 5 settembre del 1207 il Cardinale Stefano di Fossanova, rinnovò a 49 domini frusinati, la concessione del castello e delle relative pertinenze. Tale era la volontà del Pontefice Innocenzo III°.

La rocca di Frosinone  - Cannone non armato

Il castello s’identifica anticamente, con l’imponente palazzo della famiglia di feudatari “Sicone”, piuttosto influenti all’epoca e tale struttura divenne sede ecclesiastica. L’enorme rocca, era anche detta “maggiore” e si trovava nelle vicinanze della zona di “muro rotto”, nota con il nome di Piazza Scapaticci. Pressappoco la rocca doveva essere proprio ubicata dove oggi c’è la Chiesa di Santa Maria Maggiore, che un tempo era  detta “Santa Maria ad Turres”. Probabilmente la denominazione si riferiva alle imponenti torri di cui abbiamo notizia, e che facevano parte della Rocca stessa.

Santa Maria ad Turres

Sappiamo che c’erano due torri, delle quali una detta “turris nova”, e l’altra “turris vetus”. Entrambe restaurate riguardo la pavimentazione, il solaio e l’apertura di alcune finestre. Sappiamo anche che c’era una domus che costituiva la dimora del rettore, che c’era un’aula maior, e che furono molte le maestranze e il denaro usato per gli interventi di restauro.

La rocca di Frosinone - Fortezza con le torri in evidenza

La difesa della Rocca posta sulla parte più alta della città era affidata ad una guarnigione di soldati, a dominio delle aspre frontiere dei confini pontifici; epoca in cui queste nostre terre erano infestate da bande provenienti dal Regno di Napoli. Le vicende storiche, e i moltissimi documenti perduti tra un conflitto e l’altro; portano a credere che più volte la rocca fu distrutta e ricostruita, come nel 1553, periodo in cui probabilmente fu ampliata. Nel XVI° secolo, Papa Sisto V° diede ordine d’erigere una rocca sulla parte più alta di Frosinone.

Il portale di Michelangelo

La nuova Rocca sorse sulle rovine della precedente, o forse si ampliò e rinforzò la precedente. Pare che il portale fu disegnato da Michelangelo, per decorare la sede pontificia di Frosinone, con colonne doriche, disegnate durante delle cure presso le terme della vicina Fiuggi. Di ciò non resta alcuna traccia. Un affresco presente nell’antica chiesa ottagonale dedicata alla Madonna della delibera, rivela tra Sant’Ormisda e San Magno, proprio la fortezza, com’era nel suo fulgido splendore.

La rocca di Frosinone - porticati della Rocca

La Rocca cinquecentesca di cui parliamo, si stagliava davvero dove oggi c’è il palazzo della Prefettura. Aveva ai lati due torrioni ed era sede della delegazione apostolica, dove si amministrava la giustizia. Era il fulcro principale da cui si diramava la vita del circondario. Dove oggi c’è Piazza della libertà, c’erano maestose mura e due torri. All’interno c’erano segrete, e cunicoli per armi, animali, e provviste in caso d’assedio.

Da Tito Livio a Jeanne Etienne Championnet

La città che oggi si erige su roccia arenaria, celerebbe un reticolo d’antichi camminamenti, usati nei secoli per fuggire e per la raccolta delle acque. Dall’attuale prefettura verso la cattedrale, correndo sotto i palazzi più antichi, sappiamo che c’è acqua, e che veniva raccolta in tante cisterne romane. Si pensa anche che i molti antichi cunicoli, in epoca relativamente recente, siano stati usati per canali e tubature idriche. In tutta la zona compresa un tempo tra le mura romane, parzialmente visibili ancora oggi, l’esistenza di alcune “cantine-segrete”; testimonia il collegamento sotterraneo tra le case e l’antica collegiata. Nella rocca si acquartierò anche il contingente francese durante l’occupazione del generale Championet. Più o meno a questo punto della storia, l’acqua del nostro specchio d’acqua s’intorbida, e la Rocca è ricacciata a viva forza nella sua epoca remota, di cui resta una stampa del settecento.

Fonte foto – Pixabay/cleanpng.com

La Rocca di Frosinone affiora rarefatta dalla leggenda ultima modifica: 2020-09-12T07:00:00+02:00 da simona aiuti

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